Trento, l'arcivescovo Tisi visita le case di accoglienza dei senza dimora
L’incontro con ospiti e operatori: “Non solo posti letto ma attenzione alle persone. Il futuro della Chiesa? Parola, Eucaristia, poveri”
TRENTO. “Passando da qui ti rendi conto che la fragilità è il vero terreno della Chiesa”. Pur nelle limitazioni dell’emergenza Covid, che impedisce anche solo una stretta di mano, l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha voluto, all’inizio del nuovo anno, portare personalmente una parola di vicinanza e di conforto ad ospiti e operatori delle sei strutture di accoglienza per i senza dimora gestite nel capoluogo dalla Diocesi (attraverso Caritas e Fondazione Comunità Solidale) e dell’Ostello messo a disposizione dal Comune. È accaduto nel pomeriggio di lunedì 4 gennaio, come documenta l’ultimo numero del settimanale Vita Trentina.
Partendo dalla realtà entrata in funzione più di recente (18 dicembre) a Villa San Nicolò destinata a 15 ospiti richiedenti protezione internazionale (in buona parte pakistani), la visita di monsignor Tisi, accompagnato dal delegato dell’Area Testimonianza e Impegno sociale don Cristiano Bettega e dal referente Alessandro Martinelli, ha toccato nell’ordine Il Sentiero, in via Saluga (ex Casa del clero) con 14 ospiti, Casa Santa Maria, in via Santa Croce, dove le persone accolte sono 23 e la vicina Casa Giuseppe (dieci ospiti); quindi Casa Sant’Angela, in via Rosmini, trasformata nell’emergenza da centro di spiritualità a struttura di accoglienza per 22 persone e la storica Bonomelli in lung’Adige dove le misure anti-Covid hanno ridotto la capienza da 60 a 40 ospiti. Infine, la visita all’Ostello della Gioventù dove l’Arcivescovo è stato accolto e guidato dal sindaco Franco Ianeselli e dall’assessore comunale competente Chiara Maule.
In tutte le strutture don Lauro ha potuto condividere una bevanda calda e dialogare con gli ospiti, mostrandosi particolarmente interessato alla loro situazione e alle loro attese.