L'OMELIA DI BRESSAN

Trento, il vescovo in Duomo: "Questa società è una nave senza meta"

Duro attacco agli stili di vita vagabondi, senza assunzione di responsabilità e ai media che esaltano licenziosità e guadagno economico 



TRENTO. «La Settimana Santa è un grande dono per non lasciarci andare alla decadenza, ma per reagire e riscoprire l’identità cristiana». Questo il messaggio centrale dell’omelia dell’arcivescovo Luigi Bressan durante la Messa celebrata ieri in Duomo.
 Dopo la consueta benedizione dell’ulivo e la processione verso il Duomo, Bressan ha parlato ai fedeli raccolti in Cattedrale portando a loro l’esempio di Gesù contrapposto alla sottocultura relativistica in voga oggi. «L’incapacità di assumersi responsabilità - ha spiegato Bressan è una piaga. Si afferma oggi, da più parti, che manca una progettualità di vita; sembra quasi di essere su una nave nella quale i passeggeri si interessano del menù, del programma della serata, delle condizioni delle cabine, degli svaghi possibili e cercano anche di dimenticare le povertà che stanno attorno. Ma nessuno si pone l’interrogativo di dove siamo diretti. L’individuo di oggi non ha obiettivi certi e importanti; non è un viaggiatore ed ancora meno un pellegrino che guardi a orizzonti ampi, ma piuttosto un turista, se non un vagabondo, al quale interessa soltanto quello che lo circonda e non ha una finalità ulteriore che il passare del tempo». Un approccio che contraddistingue sia la società civile che la politica italiana.
 Bressan si è dimostrato preoccupato per il forte calo di nascite in Italia. «Questa sottocultura del relativismo - ha proseguito Bressan - fa vittime nella genitorialità, tanto che l’Italia soffre di un calo impressionante di nascite, e ne risente il ruolo educativo; la si trova riflessa nei giovani, che ovviamente rinviano scelte di vita a età avanzata e che nel frattempo troppo spesso sprecano le loro potenzialità lasciandosi andare alla droga o all’alcolismo, con un triste spettacolo che possiamo vedere anche nelle strade della nostra città, soprattutto nelle ore serali. Troppi media poi esaltano la licenziosità e si lasciano trascinare dal solo principio del guadagno economico. Gli adulti faticano ad assumere il loro ruolo e così non trasmettono nulla alle nuove generazioni». Come rispondere a questa deriva: «Tenendo a mente il sacrificio di Gesù: non un’interruzione di vita, ma il compimento di un progetto di vita».













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