Trento: «Il mio digiuno anti-inceneritore», da 32 giorni senza cibo per dire no all'impianto / Il nostro sondaggio
Simonetta Gabrielli, presidente del comitato "Nimby del Trentino, chiede di poter parlare con le autorità comunali e provinciali: "Si apra il bando ad altri sistemi di smaltimento"
TRENTO. Non mangia da 32 giorni. Ha perso 6 chili e mezzo. Beve tisane, succo di mela, brodo vegetale. Per il cuore si aiuta con l'omeopatia.
Simonetta Gabrielli ha scelto la protesta non violenta del digiuno per urlare il suo «no» all'inceneritore di Trento, di prossima realizzazione. Il bando di gara per la costruzione dell'impianto è appena andato deserto: le ditte interessate lo hanno ritenuto economicamente poco vantaggioso.
Per fermarsi, la presidente di "Nimby" del Trentino ha chiesto pubblicamente di incontrare i vertici delle istituzioni trentine, Provincia e Comune, ma anche il vescovo Bressan e i rappresentanti del mondo economico, e di riaprire il confronto sullo smaltimento dei rifiuti: «Abbiamo la libertà e il tempo per cambiare idea - dice parlando con un filo di voce - chiediamo alla politica di sospendere il bando di gara e di riformularlo dando la possibilità di partecipare anche a sistemi diversi dall'incenerimento». «Perché costruire l'impianto - avverte - significherebbe fermare la differenziata e il riciclaggio». Finora non ha ottenuto risposta e in redazione arrivano lettere a sostegno della sua battaglia: «Basta con il silenzio».
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Gabrielli, come sta dopo oltre un mese di digiuno?
Oggi è il 32º giorno che non mangio e da qualche giorno sento di più l'affaticamento che produce il prolungarsi del digiuno, dovuto anche al fatto che ho sempre lavorato. Il cuore è quello che sta dando segni di marcata sofferenza.
In questo mese come si alimenta?
Assumo solo liquidi, soprattutto tisane, succo di mela e brodo vegetale per i sali minerali. Tutto biologico. In aggiunta prendo l'alga spirulina e sciroppo d'acero. Per il cuore uso un rimedio omeopatico.
Chi l'ha chiamata in queste settimane?
Prima di Natale ho ricevuto una telefonata dal presidente del consiglio comunale Renato Pegoretti e un sms dal presidente delle Acli Arrigo Dalfovo, che però non hanno avuto seguito nella definizione di incontri ufficiali.
Aspettava telefonate che non sono arrivate?
Sì, certo, le aspettavamo in tanti.
Lei ha parlato di un «bando di gara preconfezionato che deve tener fede ad accordi del 2001». Perché, visto che oggi l'inceneritore previsto è grande un terzo di quello del 2001? Che dialogo può esserci se pensate che i vostri interlocutori sono in malafede?
Dopo il bando di gara deserto non si sa ancora di che cosa si parla. Si dice che la tariffa dovrà aumentare, che potrebbe intervenire economicamente la Provincia, addirittura che, e questo sarebbe "rispettare i patti parasociali del 2001", l'inceneritore potrebbe venir costruito dalla Provincia. Dunque da Dolomiti Energia e da A2A in quanto socia. Il fatto poi che sia ridotto ad un terzo non toglie che la differenziazione ed il massimo riciclo della materia rifiuto si fermeranno, come accade a Bolzano e dovunque si bruciano i rifiuti. Sulla questione malafede il sospetto nasce davanti alla contrarietà a mettere a confronto in modo tecnico-scientifico i diversi modelli di gestione del rifiuto, anche dell'indifferenziato.
C'è, tra voi, chi sostiene che il bando sarà modificato per andare incontro ai privati. Ma l'assessore provinciale all'ambiente Pacher ha espressamente detto che non saranno toccati i vincoli ambientali. Pensa che un eventuale intervento pubblico ventilato in questi giorni potrebbe dare più garanzie?
Come dicevo prima, crediamo che l'intenzione sia proprio quella di gestire direttamente la partita rifiuti. Questo non dà nessuna garanzia in più per due motivi: perché incenerire è comunque dannoso e per come sono state gestite in questi ultimi anni le questioni ambientali, non dormiremmo certo sonni tranquilli; e perché lo stesso studio di fattibilità della Provincia non dà alcuna rassicurazione sulle questioni sanitarie-ambientali, anzi.
È realistico pensare che il bando venga aperto ad altri sistemi?
Sarebbe la cosa più auspicabile. Così come sarebbe doveroso l'aggiornamento del piano rifiuti secondo il recentissimo recepimento della direttiva europea che vede la riduzione e la massimizzazione del riciclo al primo posto nella gerarchia dei rifiuti.
Fino a quando andrà avanti con lo sciopero della fame?
Assieme al dottor Elio D'Annunzio valutiamo giorno per giorno le mie condizioni e se dovessi sentirmi peggio, sono pronta a fermarmi. In ogni caso le nostre richieste rimarrebbero sempre le stesse.