Trento, il Festival dell'Economia parla di informazione

Torna l'evento che dal 3 al 6 giugno porterà in città esperti e premi Nobel, giornalisti e studenti, secondo una formula ormai collaudata. Il titolo, "Informazioni, scelte e sviluppo" promette fin d'ora un dibattito attuale e interessante. Per Tito Boeri "I nuovi padroni del vapore sono i padroni dell’attenzione, i signori dei media"



MILANO. «I nuovi padroni del vapore sono i padroni dell’attenzione, i signori dei media». Sceglie quest’immagine forte Tito Boeri per presentare la quinta edizione del Festival dell’Economia che si svolgerà a Trento dal 3 al 6 giugno. Come al solito, il Festival è stato presentato a Milano, al Circolo della stampa. Il titolo è tutto un programma: «Informazioni, scelte e sviluppo». Come al solito un festival con premi Nobel per l’economia, come Vernon Smith, ma quest’anno anche con personaggi dell’informazione come Milena Gabanelli, Gianantonio Stella e Lucia Annunziata. Non mancherà, questa volta, il governo che sarà rappresentato dal ministro del welfare Maurizio Sacconi. Quest’anno è un anno un po’ particolare. C’è una crisi da digerire e i riferimenti alla recessione si sprecano. Boeri risponde sicuro a chi gli chiede se il mondo è uscito dalla crisi: «Sì, ma l’uscita è molto lenta e la strada irta di difficoltà».
 E allora diventa fondamentale per i cittadini informarsi. Informarsi bene. Perché nel 2010 si verifica quello che il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha chiamato “paradosso”: «Siamo di fronte a un’enorme mole di informazioni, ma mai come in questo momento c’è difficoltà a essere informati e a poter scegliere».
 Per fare degli esempi, Boeri ha dato dati sconcertanti: «L’Isae ha svolto una ricerca statistica da cui risulta che l’80 per cento degli italiani non ha idea di come vada l’economia. Del restante venti per cento, molti sono convinti che il Pil l’anno scorso sia cresciuto e solo il 2 per cento ha risposto esattamente alla domanda dicendo che il Pil è calato del 5 per cento». Ma non basta. L’altro dato allarmante, come ha detto il presidente dell’Università di Trento Innocenzo Cipolletta, viene dal fatto che oltre l’80 per cento degli italiani compie la scelta fondamentale della vita, ovvero l’acquisto della casa basandosi sul fai da te, ovvero senza acquisire le informazioni fondamentali.
 Da qui la necessità di un appuntamento che affrontasse proprio questo tema. Al Festival, quindi, si parlerà di informazione, ma anche dell’uso che se ne fa, e quindi di scelte, e di sviluppo. Quindi interverranno sia i signori dell’informazione, ma non solo. Per informazione, infatti, si intende trasparenza dei bilanci.
 Prevenendo le polemiche dell’anno scorso, l’organizzazione ha fatto in modo di avere anche un esponente importante del governo, il ministro del welfare Maurizio Sacconi. Giuseppe Laterza ha spiegato che anche quest’anno si è mirato più in alto, ma con scarso successo: «Abbiamo invitato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ma ha altri impegni». Come al solito, però, ci sono i nomi migliori dell’economia e non solo. Il presidente Dellai si è detto soddisfatto dell’abbinamento con il Festival: «Siamo alla quinta edizione e andremo avanti per altre cento. L’accordo con gli organizzatori è triennale e lo abbiamo rinnovato appena l’anno scorso. Del resto è un appuntamento che si è stabilizzato, con un pubblico fedele». Del resto, come ha detto l’assessore alla cultura del comune di Trento Lucia Maestri «il festival ha un ritorno di due volte e mezzo l’investimento che è di un milione di euro».
 Si apre con Robert Putnam, definito dal Sunday times come l’accademico più importante al mondo, anche se un titolo così vago lascia il tempo che trova. Il tema sarà quello della società multietnica nell’era di Obama. Il primo giorno ci sarà spazio anche per il premio Nobel dell’economia del 2002, Vernon Smith. Un economista dall’aspetto un po’ particolare, con coda da cavallo e orecchini, che parlerà sul tema delle bolle immobiliari. Non mancheranno temi di stretta attualità come quello affrontato dal giornalista Giantonio Stella e dal sociologo Ilvo Diamanti che discuteranno moderati dal condirettore del Trentino Alberto Faustini, di criminalità e sicurezza nell’informazione.
 Concluderà questa quinta edizione Nouriel Roubini, l’economista che aveva previsto la recessione, anche se Boeri ci tiene a mettere i puntini sulle «i»: «Diciamo che aveva capito meglio di altri come stavano le cose. Prevedere queste cose per noi economisti è impossibile».
 Si cercherà anche un’alternativa agli aridi numeri. Ed ecco allora che al Festival parlerà anche il primo ministro del Bhutan, il paese himalaiano che ha sostituito il concetto di Pil, prodotto interno lordo, con una sorta di indice della felicità dei propri cittadini, una sorta di Fil. Tra i protagonisti, Milena Gabanelli, regina nello squarciare i veli dell’ipocrisia, si chiederà se è ancora possibile per un giornalista essere cane da guardia della democrazia. Tra le novità, la serie «Vero o falso?». Si tratta di incontri per capire quanto sia stata corretta l’informazione in alcuni casi. Il primo è quello della pandemia influenzale. Un altro tema di questa serie è quello riguardante il rapporto - esplosivo - tra immigrazione e criminalità e il nesso tra le due cose.













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