Trento Fiere a Rossi: «Dismissioni? Questa è un’azienda sana»

La società: «Non riceviamo finanziamenti pubblici» Comune all’oscuro. Condini: sorpresi, funzione importante



TRENTO. La presenza di Trento Fiere tra le società che la Provincia vorrebbe dismettere entro l’anno - annuncio dato dal presidente Ugo Rossi martedì in commissione - spiazza la società fieristica e il Comune di Trento, che partecipa con il 10,66% del capitale sociale. «Non sono enti strumentali», ha spiegato Rossi riferendosi a Trento Fiere e a Interbrennero, «non ha più senso una partecipazione della Provincia (oggi la quota è del 70,4%, pari a 8,2 milioni di euro, ndr)».

Ma l’operazione coglie di sorpresa l’amministrazione comunale e la società. Non lo nasconde l’assessore comunale di Trento Fabiano Condini, che pure è dello stesso partito (il Patt) del governatore: «Non ne avevo sentore - ammette - Trento Fiere è una società che cammina con le proprie gambe, fino a qualche lustro fa aveva bilanci in perdita ma il nuovo management ha portato il bilancio in pareggio, il rosso è rientrato e la società non pesa sui bilanci pubblici». Il Comune - ricorda l’assessore - non versa un euro nelle casse della società di via Briamasco, «ma Trento Fiere svolge una funzione con una valenza locale importante ed è divenuta punto di riferimento per tanti soggetti nel raggio provinciale. Riteniamo importante che questa funzione di promozione per la città, che ha ricadute importanti, venga mantenuta». Per Condini l’ipotesi che la Provincia metta sul mercato, in vendita a soggetti privati, le proprie quote, «andrà approfondita attentamente». «Gli enti fieristici sono ovunque partecipati - osserva - non vedo differenze per esempio con Riva Fiere». Lo stesso stupore del Comune si registra in via Briamasco. Dove nessuno sapeva niente dei propositi della giunta provinciale per la società. Nessuna dichiarazione ufficiale del presidente Battista Polonioli. Ma dalla società trapela una certa irritazione per l’annuncio “a sorpresa”. «Rispettiamo la volontà del socio di maggioranza - si fa sapere - ma confermiamo che Trento Fiere è una società sana che fa 250 mila euro di utile all’anno e soprattutto che si autofinanzia senza ricevere finanziamenti strutturali e opera secondo criteri privatistici». Inoltre si sottolinea come l’ente fieristico sia «l’unico centro in cui si sviluppa l’economia attraverso manifestazioni» e come «abbia ideato il fenomeno dei mercatini di Natale», giunti alla ventunesima edizione (quest’anno raddoppieranno su due piazze, aggiungendo piazza Battisti a piazza Fiera, ndr), evento europeo che porta un ritorno importante alle attività commerciali e ricettive della città». Come si pensa di garantire tutto questo depotenziando l’ente fieristico?, è la domanda latente a Trento Fiere.

(ch.be.)













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