Trento, esposto contro la Apple: "Illegale la garanzia di un anno sui prodotti"

Il centro tutela consumatori ha raccolto la segnalazione di un cliente che ha acquistato un prodotto dell'azienda di Cupertino scoprendo che la garanzia compresa nel prezzo è valida solo un anno invece dei due previsti dalla legge. Chiesto un pronunciamento al garante della concorrenza



TRENTO. I consumatori italiani, in particolare quelli del Trentino, vogliono portare in tribunale la Apple. Il centro di tutela consumatori di Trento ha chiesto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) di aprire un’indagine sulla società di Cupertino, accusandola di limitare la garanzia dei prodotti ad un solo anno, invece dei due previsti dalle normative europee ed italiane sulle garanzie. L’esposto è partito dalla segnalazione di un privato.

Così viene ricostruita la vicenda dal Crtcu: «Il consumatore recatosi al punto vendita Apple di Trento per l’acquisto di un iPod, riceve come comunicazione dal venditore, istruito dal capo area, la dichiarazione che la garanzia dura un anno». Guardando il sito di Apple - aggiungono al centro tutela - «pare confermata la versione dell’azienda: infatti, si parla solo di garanzia annuale».

Tutto ciò «è in palese violazione degli articoli del codice del consumo inerenti la garanzia, in particolare degli articoli 132 e 133. Infatti la durata della garanzia è biennale e la garanzia convenzionale deve avere i contenuti minimi della garanzia legale e deve indicare chiaramente la durata».

Questa prassi commerciale «rientra tra quelle sleali ai sensi delle disposizioni del codice del consumo e per questo il Crtcu ha chiesto all’Agcm di aprire un’indagine volta ad accertare il rispetto della normativa».

Carlo Biasior, il legale del Centro tutela dei consumatori, ricorda che «Nokia era stata multata per lo stesso motivo». Quanto ad Apple, spiega che questa politica è la normalità per la società di Steve Jobs. «Propongono l’estensione di garanzia di un anno a pagamento, che è una prassi sleale». Non si tratta solo di iPod, ma di tutta la gamma dei prodotti: «Più di una persona ci ha segnalato la cosa e so che è una prassi diffusa, sia per laptop che cellulari e altro. Invitiamo i consumatori a farci sapere se si sono imbattuti in casi analoghi». L’esposto infatti va oltre il caso specifico «chiedendo di approfondire quel comportamento, a tutela degli interessi diffusi dei lavoratori».

Quali sono le fasi che seguono l’esposto presentato dal Centro? «L’Agcm verifica se ci sono i presupposti per aprire un’istruttoria, se del caso avvalendosi dell’aiuto della Guardia di Finanza che ha un nucleo speciale dedicato alla tutela del consumatore e del mercato sostenuto grazie ai fondi derivanti dalle multe irrogate dall’Antitrust».

L’azienda ha un termine entro il quale presentare gli elementi a propria difesa, poi l’Agcm si pronuncia. Nel caso in cui venga riconosciuta la responsabilità dell’azienda l’intervento consiste nel vietare il comportamento e sanzionare la società con multe dai 5 mila ai 500 mila euro. A quel punto, il privato può far valere le sue ragioni in sede civile. Secondo Biasior, quello del Crtcu «potrebbe essere un esposto pilota, perché stando al sito dell’Agcm attualmente non esistono altre istruttorie in corso».

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