il caso

Trento, Centro sociale Bruno a rischio sfratto: lettera per “salvarlo” di studiosi, artisti e dirigenti locali

“Si trovi un accordo che permetta la sopravvivenza di una realtà indispensabile antidoto alla disgregazione sociale”



TRENTO. "Per la terza volta in cinque anni si minaccia di sfratto il Centro sociale Bruno e per la terza volta in cinque anni torniamo a ripetere che è possibile trovare una soluzione. Ci risulta incomprensibile sia la fretta di Patrimonio del Trentino, sia il riferimento al pagamento dell'Imis, tema mai sollevato negli anni passati a fronte dei due passati nostri tentativi pubblici di proporre una soluzione concreta". Lo scrivono, in una lettera inviata al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, al sindaco di Trento, Franco Ianeselli, e al presidente di Patrimonio del Trentino, Andrea Maria Villotti, alcuni esponenti della società civile trentina.

"I problemi politici dovrebbero essere affrontati come tali e non ridotti a questioni amministrative e di ordine pubblico", scrivono i firmatari, tra cui compaiono gli storici Quinto Antonelli, Camillo Zadra e Fabrizio Rasera, assieme all'ex direttrice del Museo diocesano di Trento Domenica Primerano e all'attrice Maria Vittoria Barrella. "Ci chiediamo se non ci sia un modo più costruttivo, più civile, più maturo, per ricomporre il conflitto.

Un confronto tra il sindaco Ianeselli, Patrimonio del Trentino e il presidente Fugatti, ad esempio, potrebbe portare ad una permuta gratuita di proprietà (come avvenuto con altri stabili della città) o a qualche altro accordo che permetta la sopravvivenza di un Centro, indispensabile antidoto alla disgregazione sociale così preoccupante anche in Trentino", avevano scritto i firmatari in una precedente lettera.













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