Trentini più longevi grazie a sport e dieta: le donne vivono fino a 85 anni

Buone notizie dal rapporto di Osservasalute, ma resta il problema dell'eccesso di consumo di alcolici



TRENTO. Sportivo, goloso di frutta e verdura, ma tendente ad alzare il gomito. Ecco la fotografia del trentino medio uscita dall’ultimo rapporto di Osservasalute che ha raccolto dati e parametri per disegnare il “quadro clinico” degli italiani e mettere in luce anche le evidenti discrepanze tra le diverse regioni. I trentini escono da questo ritratto come sostanzialmente attenti al loro stato fisico, tanto che negli ultimi cinque anni si è impennata l’attesa di vita che per le donne arriva a oltre 84 anni.
 Speranza di vita. Alla nascita il trentino può sperare di vivere più di 79 anni. Se è femmina le va ancora meglio, perché l’attesa è di campare quasi ottantacinque anni. La nostra provincia resta indietro, ma di poco, rispetto a Marche, Toscana e Puglia. E quando arriva l’ora, la causa principale è da attribuire a malattie del sistema circolatorio. I tumori sono al secondo posto delle cause di mortalità.
 Fumo e alcol.I fumatori in Trentino sono poco più del 20 per cento e consumano una media di 12 sigarette al giorno, in campana con il trend nazionale. Ma va detto che chi smette è in leggero, ma costante aumento: il 23 per cento ha smesso di fumare mentre oltre il 50 per cento non ha mai toccato una sigaretta.
 Il tasto dolente arriva con l’alcol. Nel senso che i consumatori sono tanti, ma pur sempre nella media nazionale. Il problema è che i trentini hanno il vizio di esagerare. Nello studio dell’Osservatorio vengono definiti “soggetti a rischio”, cioè che eccedono le quote giornaliere, identificate come “unita di alcol”. Ebbene, da questo punto di vista il Trentino è in terza posizione, abissalmente più lontano da Bolzano e poco più indietro del Friuli Venezia Giulia. Il 26,7 per cento tra i maschi bevitori e il 9,5 per cento delle femmine sono a rischio.
 Cibo. Qui i trentini sono virtuosi. Stracciano tutti nel consumo di frutta, verdura e ortaggi consumati in step di cinque al giorno, come vuole la miglior dieta. Non si abbuffano di dolci (sono al penultimo posto) e ci vanno piano pure con le uova e il pesce. Non gradiscono gli snack salati, che pure a livello nazionale hanno conosciuto un’impennata e mangiano carne di tutti i tipi, ma senza esagerare.
 Sport. Dopo la provincia di Bolzano e il Veneto, i trentini sono quelli che più praticano sport in modo continuativo e solo Bolzano, in tutto, conta meno sedentari. Questo si riflette anche sul problema dell’obesità e del sovrappeso: i dati sono positivi, largamente sotto la media nazionale.
 Incidenti. Gli incidenti stradali sono diminuiti, così come le vittime di scontri. Gli infortuni sui luoghi di lavoro, invece, hanno seguito la tendenza comune a tutto il Nord est, dove si registra un sensibile aumento, anche se il numero dei morti rimane ancora superiore nel sud Italia. E’ piuttosto alto, invece, il conto degli infortuni domestici.
 Per quanto riguarda la disponibilità alla donazione di organi, i trentini rispettano più o meno la media nazionale.
 Consumo di farmaci. Anche qui il trentino medio si dimostra virtuoso e, in un certo senso, anche attento al portafoglio. La quota pro capite di spese per l’acquisto di medicinali è di 164 euro (contro una media nazionale di 213 euro e lontanissima da quella calabrese che è di 277 euro), ma la distinzione forte riguarda l’uso di medicinali “equivalenti”, cioè quei prodotti a brevetto scaduto che diventano quindi accessibili a prezzi ridotti. In questo campo ci batte solo il Veneto.
 La pagella. L’organizzazione sanitaria trentina piace. Il risultato del sondaggio è datato di alcuni anni, ma il 60 per cento della popolazione promuove a pieni voti la sanità e solo il 7 per cento la boccia. I più soddisfatti sono gli over 65, i giovani sono i più critici













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