Treni e auto, i rumori molesti della città

Molti i quartieri con problemi di «decibel», da Cristo Re fino a Canova e via Brennero. Si attendono i piani di risanamento


di Paolo Piffer


TRENTO. Individuare le zone della città che sforano il massimo dei decibel consentito è quanto stanno facendo in questi mesi i tecnici comunali. Si tratti di aree caratterizzate da un misto di abitazioni e attività imprenditoriali come di locali aperti anche la sera. Sulla scorta della classificazione acustica approvata a larga maggioranza dal consiglio comunale alla fine dello scorso anno ed entrata in vigore da gennaio. E se, in base alle rilevazioni e al monitoraggio, verranno accertate situazioni fuori norma, ma si sa già che sarà così per alcune località, verranno elaborati i Piani di risanamento. “Trento, storicamente, è una città complessivamente poco rumorosa - afferma l’assessore comunale all’ambiente e alla mobilità Michelangelo Marchesi - Che però ha conosciuto, magari in ritardo rispetto ad altre realtà, un’evoluzione del fenomeno al quale non si era particolarmente abituati. Diciamo che non siamo avvezzi al rumore e anche quel poco ci dà fastidio. Ed è comprensibile che ci sia particolare attenzione e sensibilità da parte della cittadinanza, specialmente in alcune aree. D’altronde, anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha sancito che il rumore è una concausa di certe patologie”.

Questa è la premessa. Quali le zone più “sensibili”? “Beh - prosegue Marchesi - penso, ad esempio, a qualche quartiere residenziale nel quale insistono attività artigianali che possono essere rumorose. O ad alcuni assi viari, come via Brennero, densamente abitata. Se si accertassero superamenti si dovrà intervenire favorendo l’adozione di insonorizzazioni come di tecnologie acusticamente più compatibili con l’ambiente circostante. Vi sono però situazioni maggiormente complesse”. Si riferisce alla ferrovia che taglia la città? “Proprio così. Il caso di via Lavisotto è ormai conclamato, da tempo. Ma ci sono anche altre situazioni”. Qualche mese fa, in merito a via Lavisotto, lei ha dichiarato che, per accelerare l’installazione delle barriere antirumore, al progetto ci avrebbe pensato il Comune, anche sostituendosi a Rfi (Rete ferroviaria italiana) a cui spetterebbe il compito.

A che punto siamo? “A breve dovremmo riuscire ad incontraci nuovamente con Rfi. Per la verità, da parte loro c’è una notevole resistenza ad accettare di rimettere la delega alla progettazione. Comunque, gli abbiamo fatto capire che il nostro intento è quello di accelerare la progettazione, non di sostituirci. Basta che qualcuno faccia queste benedette barriere. Capisco i residenti, è una situazione pesante. Stiamo facendo tutto il possibile, ma non è facile”. Roncafort e Canova sono gli altri interventi ritenuti dalla Provincia prioritari. Si cammina o siamo ad un punto morto? “Il protocollo tra Provincia e Rfi, nonostante diversi rinvii, è stato firmato. Credo che i lavori per l’installazione delle barriere dovrebbero partire il prossimo anno” .

Anche in corso Buonarroti/via Fratelli Fontana ci sono state proteste per il deposito ferroviario e le continue manovre. “Si sta lavorando per trasferire le attività più rumorose a nord della città. Mi auguro che a breve sia tutto risolto”. Alle nuove Albere, invece, lavorano. Che celerità… “Non capisco proprio questa priorità. Per quella zona si sta discutendo da tempo di interramento dei binari e saltano fuori le barriere. Ben contento per i residenti ma le urgenze sono altre. E ricordo, come nota di cronaca, che i lavori sono finanziati dalla Provincia…”













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