Tre dirigenti di Trento Rise nei guai per i rimborsi spese
Chiusa l’inchiesta. Debiasi, Robol e Pilati accusati di truffa e peculato. Contestati falsi pranzi di rappresentanza e finte trasferte per 12 mila euro
TRENTO. Avevano scambiato Trento Rise per una mucca. Una mucca da mungere fino in fondo. Le indagini della Guardia di Finanza di Trento, coordinate dal Procuratore Giuseppe Amato e dai pm Pasquale Profiti e Alessia Silvi, avevano già fatto emergere presunte irregolarità sugli incarichi milionari alla Deloitte, ma adesso dalle carte dell’ormai defunta associazione tra Università e Provincia finalizzata a promuovere la ricerca scientifica, l’innovazione e il trasferimento tecnologico sono emersi trucchi sui rimborsi spese ideati da tre dirigenti per spillare qualche migliaio di euro.
Secondo l’accusa, si tratta di rimborsi per missioni in realtà mai esistite o per pranzi e cene di rappresentanza nei ristoranti del centro che invece nulla avevano a che fare con l’attività di Trento Rise e, soprattutto, non erano in compagnia delle persone indicate. In tutto si parla di 12 mila euro ottenuti indebitamente dalle casse di Trento Rise. Briciole rispetto ai Pcp del valore si svariati milioni di euro. Briciole che, però, danno l’idea di come l’associazione che doveva essere il fiore all’occhiello del Trentino veniva gestita. Gli indagati sono il responsabile dell’ufficio legale di Trento Rise Michele Debiasi, 47 anni di Besenello, del responsabile dell’ufficio amministrativo Roberto Robol, 48 anni di Rovereto e del responsabile dell’area business Ivan Pilati, 42 anni di Mori. Le accuse contestate per tutti e tre sono quelle di truffa e peculato.
La Procura ha inviato ai tre l’avviso di conclusione delle indagini. Adesso avranno venti giorni di tempo per farsi interrogare. Trascorso questo termine, la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio. Ovviamente siamo ancora alle ipotesi di accusa. Debiasi è già coinvolto in altri due filoni della maxinchiesta su Trento Rise, che finora ha partorito sei diversi filoni, mentre gli altri due dirigenti finora non erano stati interessati dalle indagini.
A Debiasi la Procura contesta rimborsi spese fasulli per circa 2 mila euro, mentre a Robol vengono contestati rimborsi spese taroccati per circa 3.800 euro e a Pilati per 6.200 euro. Ai tre viene contestato il reato di truffa perché avevano ottenuto rimborsi da Trento Rise producendo delle ricevute dei ristoranti, alcuni di prestigio in centro, indicando le persone con cui avevano pranzato e spiegando per scritto che si trattava di pranzi di rappresentanza. I finanzieri, però, hanno sentito le persone con cui affermavano di aver pranzato o cenato e hanno scoperto che, nella maggiorparte dei casi, queste persone non erano mai andate al ristorante con i tre indagati. In altri casi, invece, i pranzi o le cene c’erano state davvero, ma non avevano nulla a che fare con l’attività di Trento Rise.
Ai tre vengono anche contestati rimborsi per spese di missione. A Debiasi vengono contestate solo due missioni. Mentre agli altri due vengono contestate molte più trasferte. Soprattutto a Pilati, che veniva presentato come strategy manager di Trento Rise, vengono contestate decine di trasferte effettuate con la propria auto. Secondo l’accusa, si tratterebbe di missioni mai effettuate. A Pilati la Procura contesta anche il fatto di aver costruito delle finte ricevute per dimostrare le spese autostradali. Ricevute che sarebbero state confezionate al computer. Infine, il reato di peculato viene contestato perché in molti casi i pranzi e le cene venivano pagati direttamente con le carte di credito di Trento Rise. In questo modo, quindi, secondo l’accusa, i tre si sarebbero appropriati direttamente dell’associazione e, quindi di denaro pubblico.