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Trasparenza, i grillini denunciano 172 comuni

Il M5S ha rilevato che sulla corruzione in Trentino non si fa abbastanza. Fraccaro: «Qui è peggio del resto del Paese, così si favorisce la criminalità»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Quelli che hanno ottenuto l'ok dei Cinquestelle stanno sulle dita di una mano. Per tutti altri 172 comuni trentini il Movimento di Grillo ha invece preparato un esposto in Procura: «Non sono in regola con la legge sulla trasparenza e, con questo comportamento, possono favorire investimenti della criminalità organizzata nello località trentine» ha motivato la decisione dell’esposto l’onorevole del M5S Riccardo Fraccaro. Grande affollamento dietro la lavagna, dunque, con l’eccezione dei cristallini Trento, Rovereto, Lavis, Mezzolombardo e Lona Lases.

«La trasparenza degli atti nelle pubbliche amministrazioni è il requisito minimo ed indispensabile per combattere la corruzione. C’è una legge che stabilisce che cosa si deve fare per garantire la trasparenza. A fine 2015 abbiamo iniziato un percorso per verificare se questi criteri venivano rispettati in Trentino, per essere sicuri che in piena crisi economica i pochi soldi che ci sono non vadano a finire in cattiva amministrazione o in burocrazia. I risultati sono stati deludentissimi: la Provincia potrebbe intervenire per statuto ma se ne è lavata le mani. Forse l’Autonomia, come abbiamo sentito in recenti dichiarazioni serve per garantire i vitalizi agli ex politici più che per la trasparenza. Nel 2017 abbiamo fatto un passo in avanti ed abbiamo esaminato i piani triennali di prevenzione della corruzione di tutti i 177 comuni del Trentino. Abbiamo guardato se questi piani ci sono e, soprattutto, quello che contengono: abbiamo scoperto che, nel 2016, il 19% dei comuni non ha approvato o pubblicato il piano di prevenzione. Ma in quel 81% rimanente, il 12% non ha effettuato l’analisi del contesto. Il 3% l’ha realizzata e su questo ha poi modulato il piano, in altre parole ha fatto il proprio dovere. Il 66% ha fatto copia ed incolla con un documento realizzato da Transcrime, rapporto sulla sicurezza del Trentino del 2014. In molti casi hanno “incollato” anche una sezione che non c’entrava nulla, reati di criminalità comune, nemmeno reati contro la pubblica amministrazione» continua Fraccaro. «Nel 2017 le municipalità rifanno il copia ed incolla e ci aggiungono i risultati del gruppo di lavoro nominato dalla Provincia sulla percezione della sicurezza. E questo per loro varrebbe come un piano triennale. Morale: sono solo cinque i campanili in regola pari al 3,3% del totale. Notare che la media nazionale dei comuni virtuosi sulla trasparenza è del 19,9 %: in Trentino siamo dunque messi peggio su questo tema rispetto al resto del Paese».

L’M5s non si è limitato ad una ricognizione ad ampio raggio ma è passato ai fatti: «L’esposto è conseguenza di quanto si è visto. Il mettersi in pari con la trasparenza è qualche cosa che sollecitano governo e forze dell’ordine. Il controllo migliore che si può attuare, come dice anche la legge, è un controllo diffuso. Non si può più pensare che siano le istituzioni a controllare le istituzioni: questo si trasformerebbe in un loop da cui non usciremmo più. Mi chiedete se e’ un problema di disorganizzazione o se sì può ipotizzare la malafede? Mah, credo ci sia una sottovalutazione del problema. Ed è grave».













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