IL PRIMARIO

«Tra i bianchi e i verdi la metà potrebbe rivolgersi altrove»

Il dottor Ramponi contro l’uso improprio del reparto. E al Santa Chiara linea dura in accettazione



TRENTO. All’ospedale di Trento quasi il novanta per cento dei pazienti che si presenta al pronto soccorso viene classificato come codice “bianco” o “verde”. E di questi - taglia corto il primario Claudio Ramponi - circa la metà potrebbe (anzi dovrebbe) evitare di chiedere all’aiuto al pronto soccorso rivolgendosi, invece, al medico di base. Secondo Ramponi (foto) non è un problema solo trentino, ma all’ospedale Santa Chiara già è stata introdotta una procedura di accoglienza piuttosto severa nella classificazione dei pazienti (triage) che dovrà essere estesa anche agli ospedali periferici. Ecco spiegato perché a Trento i codici bianchi sono più numerosi rispetto agli altri ospedali trentini. A Cavalese - tanto per dire - solo il 6 per cento dei pazienti del pronto soccorso viene considerato “bianco” ed è quindi tenuto al pagamento del ticket. Pochi di più a Rovereto: 8,2 per cento.

Secondo i codici colore il bianco è riservato a pazienti non urgenti (e non in pericolo), il verde per urgenze minori (comprese fratture non gravi), il giallo richiede l’intervento del medico in tempi brevissimi e il rosso è riservato ai pazienti in pericolo di vita.













Scuola & Ricerca

In primo piano