Testamento biologico, un coro di consensi
I politici trentini (quasi) tutti soddisfatti: Manica, Pietracci e Degasperi approvano Panizza ha qualche dubbio e Zantedeschi auspicava l’eutanasia. Contro Fugatti
TRENTO. Dopo anni di scontri, il testamento biologico è legge dello Stato. Gli italiani possono scegliere di indicare il proprio no a determinate terapie e a forme di accanimento. Di fronte a questa norma, anche la politica trentina reagisce. Si va dalla soddisfazione del Pd e del M5S, ai distinguo del Patt, alla contrarietà della Lega, fino all’entusiasmo dell’area laica, che però non manca di sottolineare i limiti di una legge che non è quella per l’eutanasia.
Alessio Manica (capogruppo Pd in Provincia) è soddisfatto: «Una data da segnare sul calendario. Riaffermiamo la laicità delle istituzioni e colmiamo un ritardo storico. Fin dai tempi della vicenda Englaro, alcuni hanno preteso di occuparsi della morte degli altri esclusivamente sulla base delle proprie convinzioni, senza ascoltare il malato o i suoi cari. Chi paragona questa misura all'eutanasia non sa di cosa parla: essa consente alle persone che stanno bene e che sono informate di prendere decisioni sui trattamenti che intendono affrontare». Anche Filippo Degasperi (consigliere M5S) approva: «Io arrivo da una formazione liberale, quindi condivido una norma che si ispiri a quei principi. In Trentino mancava un registro per i testamenti biologici e questo dimostra il fatto che dal punto di vista della sensibilità sui temi civili il nostro territorio è ancora indietro. Il M5S ha sempre sostenuto i provvedimenti positivi nel merito, senza considerare quale forza politica che li abbia proposti». Commenta Claudia Zantedeschi (Radicali italiani): «Non è la legge che avevamo immaginato, ma ora c’è. La legge sul testamento biologico non è l'eutanasia: chi desiderasse accedere al suicidio assistito dovrebbe ancora andare in Svizzera. Ci sono stati 11 anni di lotte e sofferenze, prima di arrivare a questa legge ed ancora c’è da camminare». E Alessandro Pietracci (segretario del Psi): «Il Parlamento ha trasformato in legge ciò che la giurisprudenza aveva riconosciuto gradualmente, grazie alle lotte di tanti malati che hanno deciso di non subire una condizione divenuta di tortura».
Maurizio Fugatti (segretario Lega Nord): «Abbiamo votato contro, perché crediamo sia ingiusto legiferare su un tema così delicato in fretta e furia a fine legislatura. Questa è solo una bandiera della sinistra da sventolare. La Lega è sempre stata sulle posizioni della Chiesa, fin dal referendum sulla procreazione assistita. Bisogna capire se il malato è realmente in grado di prendere decisioni, date le sue condizioni». E Franco Panizza (senatore del Patt) precisa: «Io ho votato sì, anche se qualche punto poteva essere migliorato, in particolare quelli sull’autonomia decisionale del medico. Non sarà una norma facile da applicare nel comportamento concreto, ma in generale servirà per evitare l'accanimento terapeutico».