Tesino, in 140 partecipano al corso di primo soccorso
«Progetto Vita» ha insegnato le manovre salvavita di base a persone comuni Il medico: «Chi sa come intervenire può evitare un decesso per arresto cardiaco»
TESINO. E' il primo con queste caratteristiche e potrebbe salvare delle vite umane. Stiamo parlando del “Progetto Vita”, l'iniziativa che ha coinvolto 140 persone e si è tenuta in Tesino e a Bieno con l'obbiettivo di insegnare alla popolazione le prime manovre di pronto soccorso in caso di arresto cardiocircolatorio. Il progetto verrà ripetuto a gennaio e avrà come testimonial Roby Facchinetti.
«Ogni anno in Italia - spiega il dottor Luciano Micheletto, medico primario specializzato in anestesia, rianimazione, terapia antalgica e interventi del 118 - 60 mila persone sono colpite da arresto cardiocircolatorio e 150 al giorno muoiono in seguito a questo tragico evento. Ciò che è più importante, però, è che nel 70% dei casi l'arresto avviene in presenza di un'altra persona, ma solo il 15% di queste iniziano le manovre di rianimazione prima che arrivino i medici del 118”. L'ambulanza di solito impiega 8-10 minuti per arrivare sul posto, e in questo lasso di tempo la reazione di chi già si trova sul luogo diventa fondamentale. “Infatti, se tutte le persone che si sono trovate nella situazione di dover assistere a un arresto sapessero come reagire in modo corretto potenzialmente l'anno scorso si sarebbero potute salvare 15 mila vite».
Questi dati mostrano come l'intervento di una persona sul luogo possa fare davvero la differenza. Proprio consapevoli di questi numeri, il dottor Micheletto e Fortunato Busana, in collaborazione con l'associazione Trasporto infermi del Tesino, si sono mobilitati per organizzare un corso di primo soccorso “Progetto Vita”. L'iniziativa ha previsto due ore di teoria, tenute in tutti e quattro i comuni, e due ore di pratica nella sede dell'ambulanza di Castello Tesino dove si sono potuti usare i manichini.
Il progetto così è inedito in quanto è stato aperto a tutta la popolazione e non soltanto a determinate categorie di addetti al lavori, è gratuito e ha previsto un'insegnamento della tecnica molto specifico in modo da fornire ai partecipanti una conoscenza seria delle prime manovre di soccorso. Senza contare che nei fine settimana il Trasporto Infermi da la possibilità a coloro che hanno fatto il corso di fare pratica.
Ma perché proprio in Tesino? Le motivazioni devono essere ricercate in un evento che ha coinvolto personalmente Busana. «Quest'estate purtroppo mia madre è deceduta in seguito ad un arresto. Io ero lì presente e ho chiamato subito il 118 ma quando è arrivata l'ambulanza era troppo tardi. In quei pochi, ma preziosi minuti di attesa, se avessi saputo come agire avrei potuto salvarla». Non si deve dimenticare poi che il Tesino è territorio svantaggiato da questo punto di vista, perché di notte o con il brutto tempo l'elicottero non può atterrare. L'anno scorso, poi, il Trasporto infermi è riuscito ad acquistare con concerto di beneficenza, il cui protagonista era Roby Facchinetti, un defibrillatore.
Progetto Vita ha dunque coinvolto 140 persone, ma «purtroppo pochi giovani», spiega il dottor Micheletto. «Un anziano difficilmente può riuscire a praticare la manovra perché occorre molta forza fisica. Per questo lancio un appello ai giovani affinché a gennaio, quando ripeteremo l'esperienza, partecipino. Tutti possiamo trovarsi nella situazione di poter intervenire in caso di arresto cardiaco e saper come agire può davvero fare la differenza. Se con questo progetto riuscissimo a salvare anche solo una vita allora ne sarà valsa a pena».
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