Tentato omicidio con il gas: arrestata una donna moldava
La sessantenne, ricoverata in psichiatria, è accusata di aver messo in pericolo marito e figli. Ma forse voleva suicidarsi
TRENTO. Il marito l’ha trovata riversa sul pavimento della cucina all’alba della vigilia di Natale. E ha capito subito cosa era successo. L’odore del metano, infatti, impregnava l’aria del locale nell’appartamento a Trento nord. Ha aperto le finestre e ha subito chiamato i soccorsi. L’ha salvata e ha salvato - probabilmente - anche se stesso e i suoi figli. E i rilievi compiuti dai carabinieri - intervenuti alle 6 di mattina assieme al personale del 118 - ha portato la procura a chiedere un’ordinanza di custodia contro la donna. Con la pesante accusa di tentato omicidio. Secondo il magistrato di turno, infatti, c’è la possibilità che la donna volesse farla finita ma avrebbe messo in grave pericolo anche i suoi famigliari. Una decisione che sarebbe maturata all’interno di uno stato di forte disagio psichico e attualmente la donna, una moldava di 60 anni, è ricoverata nel reparto di psichiatria del Santa Chiara.
Ma cosa è successo nella notte fra il 23 e il 24 dicembre? Secondo la ricostruzione fatta dall’Arma, la donna avrebbe reciso parzialmente il tubo del gas presente sotto il lavello e manomesso con del nastro il sensore di rilevamento dei gas posto all'altezza di circa 3 metri d’altezza. Avrebbe poi chiuso tutte le porte, comprese quelle camere da letto dove si trovavano il marito e i due figli minori. Avrebbe fatto in modo che nessuno potesse sentire l’allarme, insomma, e isolato la cucina. Un modo di operare che però non permette di escludere, al momento, l’accusa di tentato omicidio.
Con il metano che piano a piano e silenziosamente occupava l’aria della cucina, la donna si sarebbe quindi sistemata sul pavimento della cucina. Ed è lì che l’ha trovata il marito la mattina poco prima delle 6 quando si era alzato per andare al lavoro. Ha dato subito l’allarme e i controlli fatti a lui e hai figli hanno escluso qualsiasi conseguenza legata al fatto di esser stata a contatto con il gas letale. Diversa la condizione della donna che è stata quindi portata al Santa Chiara e dopo i primi esami ricoverata nel reparto di psichiatria dell’ospedale. Qui martedì sera è stata raggiunta dalla misura cautelare della custodia cautelare in luogo di cura emessa dal gip del tribunale di Trento su richiesta della procura.
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