la decisione del tar 

Tenta di rubare, perde la licenza 

Il cacciatore ha fatto ricorso contro la revoca e ha vinto: ne ha diritto



TRENTO. Aveva pagato i 3.800 euro previsti dal decreto penale di condanna e pensava di aver chiuso i conti con quella accusa di tentato furto in un supermercato. Un colpo non riuscito di sette confezioni di carne e tre confezioni di burro per un valore complessivo di 55,62 euro. La conseguenza cui non aveva pensato, era la revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia. Che però era arrivata. Ma, affidandosi all’avvocato Stefano Pietro Galli, ha presentato ricorso al Tar contro la decisione «ratificata» anche dal Commissario del Governo. E ha vinto. Per i giudici amministrativi il suo ricorso va accolto «perché il reato addebitato al ricorrente non appare, di per sé, significativo del pericolo di abuso delle armi ed i provvedimenti impugnati risultano carenti di adeguata motivazione visto che nella revoca non veniva illustrato il percorso logico-giuridico attraverso il quale il fatto commesso dal ricorrente viene assunto come un elemento indiziario della ridotta affidabilità in materia di detenzione di armi».













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