Tav, Gilmozzi non chiarisce i dubbi

Lavis, l’assessore assicura che nell’Osservatorio si coinvolgeranno i rappresentanti locali. Sull’impatto nessuna certezza


di Daniele Erler


LAVIS. Ha lasciato l'amaro in bocca, almeno a sentire gli stessi amministratori locali, il consiglio comunale aperto, mercoledì sera all'Auditorium. All'ordine del giorno, il tema controverso della Tav, con ospiti l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi ed il dirigente Raffaele De Col. Ci si aspettava qualche ragguaglio tecnico, per quesiti che a Lavis attendono risposte almeno dal 2009. Da quando, ovvero, il consiglio comunale aveva approvato all'unanimità un ordine del giorno, in cui ci si opponeva al progetto, ponendo all'attenzione della provincia alcuni interrogativi.

Il tempo è passato, ed ora che si avvicina il dicembre 2014 – data in cui il progetto preliminare dovrà essere approvato – Lavis attende ancora, con preoccupazione, di ottenere rassicurazioni per quanto riguarda gli impatti devastanti che l'opera potrebbe avere sul territorio. Proprio ai Sorni, il treno uscirà dalla galleria per qualche chilometro. Quasi 2 ettari di terreno agricolo saranno sacrificati dall'opera, la cui conclusione è stimata per il 2025. Ciò che preoccupa, però, è anche il cantiere, che potrebbe rimanere aperto per più di dieci anni, con impatti ovviamente maggiori (per più di 25 ettari). Il consigliere Antonio Moser ha chiesto: «Che fine faranno gli abitanti di quelle zone?». Mercoledì sera la discussione è durata quasi due ore e mezza; ma molte delle domande sono rimaste senza risposta. La più importante certezza, comunque, è che il progetto si farà. «Non fare la Tav non è più un'opzione. Ora dobbiamo riuscire a fare in modo che quest'infrastruttura, che si sta già costruendo in tutta Europa, per il Trentino abbia il minor impatto possibile», ha detto Gilmozzi. In provincia, la fase di progettazione preliminare inizierà in questi mesi: quanto è stato sinora ipotizzato, potrà ancora essere rivisto. Mercoledì sera a Lavis è arrivata così la conferma, come anticipato dal “Trentino”, che sulla Tav sarà attivato un osservatorio. Avrà una sede centrale al Muse, e si baserà su una componente scientifica indipendente, includendo però anche rappresentanti delle amministrazioni. Il dubbio è però che ormai non ci siano più i tempi tecnici perché l'osservatorio possa essere efficace. «A Bolzano – ha commentato Franco Castellan di ViviLavis – il tavolo di lavoro è stato istituito nel 2005, e ha concluso i lavori nel 2010». «Già nel 2009 – ha detto Paolo Facheris (Pd) – a Lavis erano stati espressi dei dubbi sull'impatto ambientale dell'opera». Il vicesindaco Bruno Franch ha posto poi sul banco il problema della realizzazione di una serie d'infrastrutture, che saranno complementari alla Tav. L'assessore Gilmozzi ha rassicurato che tutti questi aspetti saranno chiariti nel prosieguo del progetto, e che le risposte arriveranno, con un continuo coinvolgimento degli amministratori e dei cittadini. A conclusione della serata, però, arriva il giudizio – accolto con applausi dei presenti – del consigliere Ezio Dallagiacoma. «Questa sera non sono arrivate risposte concrete – ha detto – si è parlato più d'Europa, che della situazione dei Sorni».













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