la crisi

Tassullo, un buco da 50 milioni di euro

Il Tribunale ha revocato gli amministratori su richiesta del commissario e nominato un manager. Udienza fissata per il 27 maggio



TRENTO. Sulla Tassullo Materiali incombe un buco di 50 milioni di euro. La Procura di Trento ha chiesto il fallimento della società che produce materiale per l’edilizia dopo che il commissario giudiziale Alberto Bombardelli aveva depositato una relazione con la quale spiegava che gli organi della società non stavano rispettando il piano concordatario.

Sulla base di questa relazione la Procura ha chiesto la revoca, ex articolo 173 della legge fallimentare, degli amministratori della Tassullo Materiali, in primis l’amministratore delegato Stefano Odorizzi.

Il Tribunale ha concesso la revoca e ha nominato come amministratore giudiziale Stefano Zotta. Il tentativo è quello di evitare il fallimento, anche se la situazione sembra molto difficile. La prima udienza sulla richiesta della Procura si terrà il 27 maggio. Sarà il Tribunale a decidere se la Tassullo Materiali deve fallire.

L’azienda ha 72 dipendenti. 63 lavorano nel core business della produzione di materiale per l’edilizia, mentre gli altri sono impegnati nel settore delle celle ipogee. Proprio questo settore sembra essere quello con maggiori margini di crescita.

Finora, il primo lotto, già realizzato, delle celle ipogee per la stagionatura delle mele, è già stato venduto. Un secondo lotto è in corso di realizzazione e c’è anche un terzo lotto allo studio. Si tratta di progetti già in stadio avanzato che sono uno degli asset importanti su cui si punta per salvare la società. Più lontana la realizzazione della cosiddetta server farm, ovvero la realizzazione di una cella in cui tenere i server a una temperatura adatta.

L’idea dovrebbe essere sviluppata dalla Dct, una società controllata dalla Tassullo Materiali, ma ancora siamo a uno stadio molto precoce. Quello che è certo è il peso dei debiti. Quasi 51 milioni di euro a fronte di un bilancio molto magro. L’ultimo noto mostrava un fatturato di 17 milioni di euro. Una cifra ben lontano dai 25 milioni di euro dei fatturati degli anni buoni. Anni che la crisi ha spazzato via. La Tassullo ha accumulato il debito in questi ultimi sei anni.

Un debito creato dal restringimento del mercato, ma anche da molti buchi, o meglio voragini, causati dal fallimento di molte imprese edili clienti della Tassullo. Proprio per questo l’azienda aveva chiesto il concordato preventivo in continuità. Sembrava che il piano reggesse, che la gestione ordinaria potesse permettere di pagare una quota dei debiti e di uscire dalla crisi.

Il commissario giudiziale e i sindaci della società, però, hanno rilevato come gli amministratori non rispettassero il piano, anzi. Sono nati forti timori che hanno indotto sia i sindaci revisori che il commissario a chiedere la revoca degli amministratori. Adesso la società è guidata da un manager e può cercare di risollevarsi.

Intanto, i sindacati sono preoccupati per i posti di lavoro come spiega Maurizio Zabbeni della Fillea Cgil: «"A noi interessa che i dipendenti continuino a lavorare, Dalla fabbrica della Tassullo infatti ora esce una calce unica in Europa. Se questa realtà fallisce, sarà una sconfitta per tutto il territorio. E' giusto che se qualcuno ha commesso degli errori sia perseguito».













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