«Tagli per Progettone e Intervento 19»
L’assessore Spinelli annuncia la rivoluzione nelle misure sociali: «Più risorse per la formazione di chi resta senza lavoro»
TRENTO. «Visto che le cose stanno migliorando pensiamo di contrarre le risorse per il Progettone e per Intervento 19 a favore di altre politiche attive pèer il lavoro che si fondino sulla formazione e siano legate all’effettiva ricerca di un’occupazione». L’assessore provinciale al lavoro Achille Spinelli spiega quale sarà una delle direttrici della giunta provinciale.
Il primo aspetto, quello che già ha fatto alzare le barricate dei sindacati, riguarda proprio l’esperienza peculiare del Trentino del cosiddetto Progettone e del fratello minore Intervento 19, due capitoli che lo scorso anno sono costati alle casse della Provincia circa 70 milioni di euro, ma hanno evitato che più di 2500 persone finissero per strada, senza un lavoro. Spinelli spiega che adesso che la buriana della crisi più nera è passata si può pensare ad azioni più mirate ad elevare la formazione dei disoccupati trentini. Senza contare il capitolo del reddito di cittadinanza alla trentina che dovrebbe essere legato all’effettiva ricerca di un lavoro. Proprio l’altra sera alla commissione provinciale per l’impiego l’assessore Spinelli aveva confermato le risorse destinate a Intervento 19 per l’anno in corso. Però ieri ha spiegato che l’intenzione della giunta è cambiare la filosofia degli aiuti per chi perdere il lavoro soprattutto in età avanzata: «Non vogliamo lasciare indietro nessuno, ma visto che le condizioni generali del mercato del lavoro stanno migliorando stiamo pensando ad alcune modifiche. Del resto, il sistema ha dimostrato molti vantaggi finora. Ha fatto in modo che persone restate senza lavoro potessero arrivare alla pensione anche nel periodo di crisi. Adesso la crisi sembra essere alle spalle e possiamo pensare a una contrazione di questo genere di intervento».
La Provincia, però pensa ovviamente a un diverso impiego di questi fondi: «Pensiamo a un sistema che incentivi la formazione di questi lavoratori che restano senza lavoro. Una forma di politiche attive che possano fare in modo che i lavoratori che restano senza occupazione possano acquisire competenze più adeguate a un mercato che cambia . Vogliamo fare qualcosa di innovativo e utile ai tempi che cambiano».
La contrazione delle risorse, ovviamente, deve tener conto dell’evoluzione del mercato del lavoro e della fase economica generale. La speranza della giunta provinciale è che le misure economiche del governo diano fiato all’economia.
I sindacati, però, sono scettici e dicono, come si può leggere nel pezzo qui sotto, che in un futuro anche non troppo lontano potrebbe esserci ancora bisogno del Progettone e di Intervento 19. Senza contare che già adesso, come spiega Maurizio Zabbeni della Cgil, le liste degli aventi diritto non vengono esaurite con i soldi che ci sono. Anzi, almeno la metà di chi ha diritto a partecipare al Progettone resta a becco asciutto.