Spunta la «torretta di guardia» per vigilare sulla piazza
TRENTO. In una città con le barriere di cemento che blindano gli accessi ai luoghi dei mercatini, in piazza Fiera spunta anche una torretta con quattro telecamere che vigilano sulla piazza: strumenti...
TRENTO. In una città con le barriere di cemento che blindano gli accessi ai luoghi dei mercatini, in piazza Fiera spunta anche una torretta con quattro telecamere che vigilano sulla piazza: strumenti ad alta definizione e sistema audio per dare l’allarme. È il Natale ai tempi del rischio attentati .
Nessuno intanto ha potuto fare a meno di notare, i “blocchi di cemento, le barriere New Jersey posizionate per decisione del Comitato per l’ordine pubblico. Alcune bianche, altre color cemento, qualcuna coperta da timidi alberelli. Fanno parte delle misure di sicurezza per garantire turisti e visitatori e sono in via del Simonino, alla Galleria dei Legionari che porta in piazza Battisti, poi via San Giovanni Bosco, piazza Fiera lato del Torrione, via Santissima Trinità.
Si tratta quasi sempre di zone a traffico limitato ma comunque percorribili e quindi più esposte. «Forse avrebbero potuto dipingerle per renderle meno anonime – dice Sonia Leonardi, titolare della profumeria Soleo di via Santissima Trinità mentre saluta mamma Bruna e papà Albino che sono passati in centro nel primo giorno di mercatino. «Danno un senso di sicurezza e se secondo me alla gente non danno molto fastidio». Intenso il traffico pedonale, infatti, da e per piazza di Fiera, in questa via che le misure di sicurezza hanno voluto illuminata a giorno anche dopo l’imbrunire. Sia in San Vigilio che in via Garibaldi, su su fino a via Mazzini.
In via San Pietro, Luca Torta, titolare della Casa del Caffè, le barriere le ha a due passi dalla sua attività: «Certo, ci fanno pensare ma poi mi dico: meglio prevenire che curare». Ed aggiunge: «Potrebbero diventare una nuova forma di arredamento urbano, magari affidando i blocchi agli alunni dell’Istituto Vittoria. Non credo sia necessario conservino questa forma, perché non cubi, o sculture create dei maestri d’ascia?”». E conclude con una constatazione che lascia ammutolita una signora che si era detta “allibita” dalla presenza dei New Jersey: «Tutto sommato ringrazio di abitare a Trento, anche se in rare occasioni con queste barriere anti-intrusione. Penso a quelle popolazioni che vivono nei paesi in guerra o in situazioni che le costringono ad attraversare anche più volte al giorno ipotetici confini di filo spinato installati dai militari, mostrando un timbro su un pezzo di carta!».
(c.l.)