Spazio sotterraneo al Sass: le miniere perdute
Da mercoledì in piazza Battisti tre incontri sull'archeometallurgia
TRENTO. Se nella città del Tridente esiste un luogo deputato per un incontro di questo tipo, beh, è proprio lo Spazio archeologico sotterraneo di piazza Battisti, il Sass- Tema dell'incontro di domani? "Rame. Alla ricerca delle miniere perdute". Dai tempi più antichi l'arte di estrarre e lavorare i metalli con il fuoco ha attratto e affascinato l'uomo, che attraverso tecniche raffinatissime già in epoche preistoriche ha imparato a creare oggetti di fondamentale importanza per l'attività di sussistenza. Ma non solo: l'utilizzo dei metalli è uno dei principali elementi di innovazione nella storia del genere umano ed è connesso agli aspetti economici, sociali e del culto. Alla lavorazione dei metalli nell'antichità ed in Trentino in particolare, è dedicato il ciclo di tre incontri di archeometallurgia. Gli appuntamenti, curati dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia si tengono domani, il 20 aprile e l'11 maggio. In Trentino il minerale di rame era utilizzato dal III millennio a.C. Tonnellate di scorie restano a testimonianza della sua lavorazione in centinaia di siti diffusi in tutto il Trentino orientale. Di particolare rilevanza il sito di Acqua Fredda (XIII-XI sec. a.C.), al passo del Redebus, che conserva una batteria di forni fusori recentemente musealizzati e resi visitabili. Dalle fonti storiche conosciamo le miniere di età medievale e moderna, ma dove sono quelle più antiche? A questo e altri interrogativi cercherà di dare una risposta la rassegna che inizia domani alle 17.30 con "Archeometallurgia del rame in Trentino: metodi e nuovi dati". Gilberto Artioli, docente al Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova, parlerà degli studi condotti sui principali giacimenti di rame alpini e mediterranei e sulla possibilità di identificare l’origine del metallo di manufatti antichi attraverso analisi isotopiche. Il 20 aprile, “Le più antiche miniere di rame in Europa e nell’Arco Alpino” con Mark Pearce, docente del Dipartimento di archeologia dell’Università di Nottingham.
Il ciclo di conferenze si chiude l’11 maggio con Marco Gramola, presidente del Comitato storico della Sat e Paolo Bellintani, archeologo della Soprintendenza. Marco Gramola, conoscitore delle montagne trentine, parlerà di “Miniere preistoriche in Trentino? Indizi e problemi aperti”, ossia delle tracce di sfruttamento dei giacimenti prossimi a Vetriolo. Bellintani, coordinatore scientifico degli incontri, presenterà “Archeometallurgia preistorica: ricerche e scavi in corso” e illustrerà i risultati preliminari delle analisi sul campo e in laboratorio di quel particolare settore del patrimonio archeologico provinciale che sono le aree fusorie del Trentino orientale.
La partecipazione agli incontri è libera e gratuita.
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