Sono 800 i bimbi nati in provetta in Trentino
All’incontro di Fondazione Kessler, Università e Pma di Arco, i numeri del ginecologo Arne Luehwink
TRENTO. “Per un nuovo lessico famigliare” è il titolo di un progetto durato un anno, dedicato alla procreazione medicalmente assistita, che si concluderà a fine mese. Lo hanno svolto il Muse, la Fondazione Bruno Kessler insieme al Gruppo BioDiritto dell'Università di Trento. Ieri mattina, alla Sala conferenze di Fbk, sono stati presentati attività e risultati del progetto, accanto al quadro generale del fenomeno in Trentino e in Italia, in un convegno al quale hanno preso parte una quarantina di addetti ai lavori e persone interessate.
«Lo scopo del progetto, che è riuscito nell'intento – ha spiegato Lucia Martinelli del Muse - era di creare un gruppo di lavoro e di elaborazione fra addetti ai lavori, quali medici, psicologi, giuristi, studiosi di questioni etiche. Accanto a questa attività, molto proficua per noi, sono stati organizzati dei focus group più larghi, con operatori dei consultori e dei centri, genitori, potenziali genitori e altri professionisti. Abbiamo operato una prima ricognizione di esperienze e bisogni. I prossimi passi saranno nel campo della divulgazione e della proposta di momenti di pubblica riflessione».
Il ginecologo Arne Luehwink, con una precedente esperienza nel campo a Bressanone, oggi è responsabile del Centro pubblico dell'Azienda sanitaria provinciale per la Pma (la sigla per procreazione medicalmente assistita) di Arco, attivo dal 2006. Il medico ha illustrato i risultati del Centro. «Sono circa 300 - 350 ogni anno le coppie accolte al Centro. Da queste coppie finora sono nati circa 700 -800 bimbi. L'età media delle persone che arrivano è alta, intorno ai 36/37 anni. Il costo (a carico del bilancio pubblico) di ogni ciclo è di circa 6.000 euro. La Provincia di Trento autorizza quattro cicli completi, mentre di solito in Italia se ne fanno solo tre nei centri pubblici. Volendo, le coppie possono chiederne altri due in provincia di Trento, pagando una quota parte pari a 2.500 euro a ciclo, se e solo se i medici danno parere sanitario favorevole».
Nel 2014 la percentuale di successo del tentativo di Pma è stata pari al 32,2 % al Centro di Arco. La media italiana si attestava nel 2010 intorno al 21/22% circa. L'iter prevede colloqui con gli psicologi e un'attenta valutazione del quadro clinico. Determinante per il successo, al netto di problemi di patologie specifiche, resta l'età della donna. La scienza, è stato spiegato, mostra che sopra i 40 anni il tasso di fertilità cala drasticamente.
«La procreazione medicalmente assistita è un angolo della medicina coperto da alcuni tabù. Il percorso delle coppie è spesso fatico e doloroso. Forse possiamo fare un servizio alla società aprendo un poco le porte», ha affermato Luehwink. Simone Penasa, del Gruppo Biodiritto, ha illustrato la confusa e mobile situazione legislativa italiana. In sintesi, rispetto alla questione etica, Lucia Galvagni, del Centro per le Scienze Religiose di Fbk, ha detto «Il dibattito ha portato elementi ideologici e polarizzazione. La sfida è su come ripensiamo la genitorialità e la famiglia, perché la tecnica medica ci permette di divenire genitori in vari modi oggi».