Società pubbliche scatta l’ allarme rosso

Spending review, il decreto impone lo scioglimento di quelle strumentali Dellai: «Dobbiamo capire meglio, perché così non ha senso»


di Robert Tosin


TRENTO. Si attende la versione definitiva del decreto con le relative interpretazioni, ma in piazza Dante è scattato l’allarme rosso. Tutte le antenne sono puntate su Roma e l’artiglieria - sotto forma di carte bollate e impugnative alla Corte costituzionale - è pronta ad entrare in funzione. Particolare preoccupazione deriva da quelle poche righe che di fatto cancellano le società strumentali degli enti pubblici. Il decreto sembrerebbe inequivocabile: se non fornisce servizi in favore dei cittadini la società in house deve chiudere i battenti entro la fine del 2013.

«Non abbiamo in mano il testo ufficiale - prende tempo il presidente Dellai - quindi dobbiamo capire l’autentica interpretazione della norma. Però, appellandoci al buon senso, non credo proprio che ci si riferisca a chiusure indiscriminate. Se pensiamo a Cassa del Trentino dovremmo ritenere di affidare ai privati il finanziamento ai Comuni? Oppure, nel caso di Trentino Informatica, già oggi per quasi il 60% gli incarichi vengono dati all’esterno, ma la gestione dell’anagrafe sanitaria o del sistema provinciale non possono certo essere esternalizzati. In ogni caso è tutto da capire, perché ora il documento dovrà essere limato dai tecnici prima di arrivare al presidente della Repubblica e poi dovrà arrivare in aula con gli immancabili emendamenti e la conversione in legge. Insomma, il tempo per capire la portata del provvedimento c’è tutto. Seguiremo tutto passo a passo.

Anche il direttore generale Ivano Dalmonego segue ora per ora gli sviluppi del decreto legislativo per cominciare a spulciare ogni virgola a caccia degli impegni che toccano anche al Trentino o che violano lo Statuto. Anzi, a questo proposito Dellai ha ipotizzato che in calce al decreto sia spuntata anche la fatidica frase “fatti salvi gli Statuti”, e già questo potrebbe essere un buon segnale. Tra gli appunti personali di Dalmonego, le quattro righe che riguardano le società sono evidenziata da un cerchio fatto con la biro. Segno che è un argomento da approfondire. «E da capire bene - spiega lo stesso direttore generale della Provincia - perché dovremmo capire anche quel è il fondamento che ha convinto il governo a varare un intervento di questo tipo. Se lo scopo è quello di andare a risparmiare sui consigli d’amministrazione o sulle strutture delle società, allora lì possiamo stoppare tutto perché l’autonomia ci dà il potere di decidere come muoverci. Se invece l’intendimento è quello della libertà di concorrenza, allora lì andiamo su un terreno che è di stretta competenza statale. Però possiamo dire tranquillamente che le nostre società non sono concorrenziali al mercato, anzi». A spanne pare di capire che l’obiettivo sia soprattutto quello dei costi. Molto spesso le società strumentali pubbliche hanno avuto un ruolo importante nell’ “evasione” dai vincoli imposti agli enti pubblici in tema di assunzioni e di bilancio ed è questo il punto che il governo vuole colpire. In Trentino lo snellimento dei Cda c’è già stato (anche se potrebbe essere ancora migliorato) e il riordino delle società è in atto: Trentino marketing assorbita da Trentino sviluppo, Informatica trentina sotto osservazione per una possibile cessione.

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