Sicuri in Trentino 450 edificiVerifiche regolari su scuole e ospedali

Operazione di controllo cominciata dopo il terremoto in Abruzzo


Gianpaolo Tessari


TRENTO. Oltre 450 edifici scolastici certificati con un rassicurante risultato sulla bontà delle strutture interne. E 13 ospedali radiografati, con un primo check-up del più grande tra loro, il Santa Chiara, che ha dato risposte tranquillizzanti in termini statici.
 La prevenzione serve: le gravi carenze statiche del San Giovanni di Mezzolombardo sono saltate fuori proprio nel bel mezzo di una gigantesca verifica che la Provincia sta compiendo su tutti gli edifici e le strutture pubbliche, le maggiori almeno, del Trentino. Ma che sembra confinare nell’eccezionalità la situazione rotaliana. Un’operazione colossale, in pieno svolgimento visto che la normativa prevede venga portata a termine entro il 31 dicembre di quest’anno. Un flusso di notizie e di controlli coordinati dal dirigente del dipartimento opere pubbliche e dal capo della protezione civile. Entrambi i ruoli li ricopre Raffaele De Col che in questo colloquio fa il punto della situazione.
 De Col è la nuova norma tecnica sulle costruzioni che vi obbliga di fatto a questo maxi check-up, no?
 «La parte sismica è gestita dalla protezione civile, quella sulla staticità dal dipartimento. Ma si tratta di verifiche che vanno di pari passo, è una norma tecnica del ministero dei lavori pubblici. A noi spetta il monitoraggio dei controlli sugli edifici pubblici, di due classi in particolare, edifici rilevanti e edifici strategici. Un esempio? Un ospedale è struttura strategica».
 La scadenza fine 2010 si riferisce ad un rischio sismico. Noi, il Trentino, siamo considerati una zona a forte rischio terremoto?
 «La verifica sismica passa attraverso quella statica. Per la norma nazionale l’obbligatorietà della verifica antisismica riguarderebbe edifici inseriti in zona sismica 1 e 2. Mentre il Trentino non è considerato ad alto rischio, è inserito in zona 3 e 4. Quindi per noi non ci sarebbe questa scadenza ravvicinata ma è stato deciso di effettuare ugualmente i controlli nel modo più rigoroso. La situazione dell’ospedale di Mezzolombardo è venuta alla luce in quest’ottica. Il nostro lavoro è stato di assoluta prevenzione. In Abruzzo ci sono stati crolli di edifici teoricamente adeguati per il rischio sismico ma che avevano a monte problemi di statica, antecedenti».
 Come fate a controllare le centinaia di edifici considerati strategici e rilevanti? Avete messo in piedi una task force?
 «L’approccio è articolato: per quanto riguarda la sanità se ne occupa l’ufficio tecnico dell’Azienda. Hanno fatto degli appalti e stanno facendo un ottimo lavoro. Un esempio? L’ospedale Santa Chiara, è messo bene. Questo dal punto di vista sostanziale, mentre dal punto di vista formale si stanno ricostruendo tutti i documenti di quello che è stato fatto nei vari anni. Ovviamente più gli ospedali sono vecchi e più hanno problemi».
 Il San Giovanni accusa problemi legati proprio alla sua vetustità?
 «Per la verità ci sono aree molto vecchie anche all’ospedale di Rovereto ma la semplice età del fabbricato non è decisiva. Rovereto non mostra problemi particolari. Contano molto i periodi storici: sono messi bene gli edifici che si sono avvalsi di una tecnica costruttiva semplice, come travi e avvolti. Possono avere la necessità di una riduzione di carico ma statisticamente sono solo da rinforzare. A Mezzolombardo è invece il caso di una struttura che è passata attraverso l’evoluzione tecnica: con l’abbandono del legno, l’uso del calcestruzzo, dell’acciaio. Ci sono strutture semplici, fatte con gli archi, che sono in piedi da millenni, vedi il Colosseo».
 Le verifiche delle strutture sanitarie e poi?
 «Il Servizio prevenzione calamità mantiene ed aggiorna i dati che raccolgono i Comuni sulle loro strutture: sono proprietari delle scuole d’infanzia, elementari e medie. Loro hanno fatto le verifiche e poi ci hanno mandato i documenti: dalle verifiche si fanno degli adeguamenti. Abbiamo appena concluso la verifica su tutte le scuole degli elementi non strutturali, ovvero tutto ciò che insiste su pareti e soffitti. Per tutti i 450 edifici in questione, entro quest’anno, vogliamo avere un libro di fabbricato dove ci sia costantemente aggiornata ogni variazione strutturale. E’ un punto fondamentale, sarà una sorta di carta d’identità».













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