BONDONE

Si riscopre la montagna senza impianti né folla 

È la beffa per albergatori, impiantisti, maestri da sci. La neve caduta copiosa come non si vedeva da anni, prima di Natale e la mancanza di turisti e sciatori per la chiusura degli impianti



TRENTO. È la beffa per albergatori, impiantisti, maestri da sci. La neve caduta copiosa come non si vedeva da anni, prima di Natale e la mancanza di turisti e sciatori per la chiusura degli impianti causa Covid. Ma in realtà, ieri, prima giornata di tregua del maltempo, si è capito che la voglia di natura, di sport all'aria aperta in un paesaggio da favola, c'è. Eccome.

Sul Monte Bondone, complice il sole che ieri mattina finalmente è riapparso, erano in tanti ad avventurarsi sui versanti del Palon, sci con pelli di foca o ciaspole ai piedi. E l'occasione è davvero unica, perché la montagna scopre il suo aspetto più autentico, senza folla, senza impianti in funzione, senza happy hour e apres ski. Certo, la situazione di chiusura totale di alberghi e impianti non può durare a lungo, pena il collasso dell'economia e delle attività che ruotano attorno allo sci alpino, ma sperimentare un modo diverso di andare in montagna è possibile.

Chi può godersi meglio le piste chiuse, anche se l'invito alla prudenza degli impiantisti per il rischio valanghe va rispettato, sono gli snowborder: ieri un gruppo di ragazzi, all'altezza del fortino a Vason, si divertiva tra evoluzioni e atterraggi nella neve fresca, grazie a un mini trampolino autoprodotto. Non mancavano gli scialpinisti, ad affrontare le discese sulla neve immacolata, mentre un silenzio d'altri tempi era interrotto solo dagli spazzaneve.

Sul Bondone, a resistere, pochi irriducibili, in attesa di poter riaprire a pieno regime. Come i due giovani titolari della scuola di sci Cristallo, Pietro Borgogno e Davide Boschi, che tengono duro e si reinventano in questi tempi grami. «Siamo aperti dal 30 novembre – spiega Borgogno – e in questo periodo ci siamo organizzati per proporre gite con le ciaspole e corsi di scialpinismo. Già questo week end abbiamo 15 persone prenotate per lo scialpinismo con una guida alpina, stesso numero per la gita con le ciaspole in compagnia del maestro di sci. Abbiamo aperto anche il noleggio e il negozio di articoli sportivi, la voglia di andare in montagna, di tornare alla normalità, si sente e con bob, scialpinismo e ciaspole è possibile godersi la montagna».

Il problema, sottolinea Borgogno, è l'incertezza: «Non sappiamo se potranno riaprire gli impianti il 7 gennaio e il Comitato tecnico non ha ancora approvato il protocollo sicurezza che è stato proposto. Ci sono centinaia di maestri da sci che non sanno se potranno lavorare, solo noi siamo convenzionati con una quindicina, e non sapere quando poter ripartire è pesante».

Anche Fabrizio Sola, gestore del “Bondonero”, resiste. «Tengo aperto tutti i giorni – afferma – dalle 10 alle 17. Di gente ne passa ed ora speriamo nel week end e nel bel tempo». Aperta tutti giorni anche la Capanna Viote, mentre il rifugio Viote e lo chalet Rocce Rosse apriranno nel week end. Sabato dovrebbero aprire, all'Asis ci assicurano al 90 per cento, anche le piste da fondo.













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