Sesso in cambio di certificati alle donne straniere: arrestato dipendente Asl di Trento
Il geometra avrebbe chiesto e ottenuto con la forza prestazioni sessuali per rilasciare l'idoneità abitativa, necessaria al ricongiungimento familiare
TRENTO. Chiedeva prestazioni sessuali in cambio del rilascio del certificato di idoenità abitativa alle donne immigrate, necessario per il ricongiungimento familiare. Per questo un funzionario della Asl di Trento è finto agli arresti domiciliari con le accuse di violenza sessuale, concussione e peculato. Alcune delle vittime hanno raccontato di essere state aggredite e palpeggiate durante i sopralluoghi.
Per gli immigrati il passaggio dal suo ufficio era fondamentale. Era lui che poteva dire che sì, l’alloggio andava bene e quindi poteva far rilasciare il certificato di idoneità alloggiativa. Certificato necessario sia per il ricongiungimento famigliare che per la carta di soggiorno. Lui è Rinaldo Marchi ed è agli arresti domiciliari nella sua casa di Riva del Garda.
Le accuse sono pesanti nei confronti del geometra dell’ufficio igiene e sanità pubblica dell’azienda sanitaria trentina: violenza sessuale, concussione e peculato. Avrebbe, questo dicono le donne che lo hanno denunciato, chiesto, preteso prestazioni sessuali in cambio del via libera per il certificato.
Lui, sentito lunedì nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, nega qualsiasi addebito. Nulla di quello che gli viene contestato spiega attraverso il suo avvocato difensore, corrisponde a realtà tranne per quanto riguarda l’accusa di peculato.
I fatti risalgono ai primi mesi dello scorso anno. In un caso Marchi si sarebbe recato nell’abitazione di una donna a Martignano per un sopralluogo necessario per verificare le condizioni dell’appartamento della straniera.
La signora ha poi raccontato che una volta entrati nella camera da letto l’uomo l’avrebbe abbracciata cercando di baciarla spingendola contro un armadio e tentando di toccarle il seno e il sedere. Nel trambusto i due sarebbero quindi caduti sul letto dove Marchi avrebbe continuato a toccarla mentre la donna si divincolava. Alla fine la straniera sarebbe riuscita ad allontanarlo.
Un episodio questo per cui l’accusa contesta al geometra la violenza sessuale con l’aggravante di aver commesso il tutto con abuso dei poteri. Viene contestato poi un secondo episodio in cui lo stesso Marchi si comportava in maniera tale da costringere o comunque «spingere» un’altra donna (sempre straniera) ad avere un rapporto sessuale con lui. In questo caso l’uomo le avrebbe detto che, per ottenere il certificato di idoneità alloggiativa, avrebbe dovuto andare a letto con lui. Ed è per questo che al geometra dell’azienda sanitaria viene contestata anche la concussione.
Su questi due episodi (che le vittime avrebbero in un primo momento raccontato a due dipendenti del Comune di Trento) la difesa di Marchi non ha alcun dubbio: non ci sono stati. L’uomo nega tutti gli addebiti che gli vengono mossi, nulla di quanto raccontato, insomma, sarebbe avvenuto.
Ammissioni, invece, sono state fatte sul terzo reato contestato, ossia sul peculato. Tabulati telefonici e intercettazioni, infatti, hanno evidenziato come il telefono cellulare che Marchi aveva in dotazione per servizio, non fosse utilizzato solo per esigenze di lavoro. A dimostrarlo 75 chiamate e 48 sms