Serodoli, sì a un nuovo carosello sciistico

La Comunità delle Giudicarie vota compatta per l’ampliamento. Voci contrarie: due consiglieri Pd, due leghisti e Polla


di Ettore Zini


GIUDICARIE. Hanno prevalso le ragioni dell’economia. A Tione, a stragrande maggioranza è passato il documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità. Solo 5 no e 4 astensioni, su 64, hanno sancito l’assenso che contiene anche il “sì” all’ampliamento del carosello sciistico di Pinzolo-Campiglio-Marileva, con il possibile inserimento anche dell’area di Serodoli. Un’area finora indenne dalle speculazioni degli impiantisti. Ora raggiungibile d’inverno solo con pelli di foca e attrezzature da scialpinismo.

Difficile dire quanto tempo ci vorrà perché ciò accada. Di certo c’è che, difficilmente una volta aperto un pertugio, la speculazione si fermi. Lo scenario turistico del resto è mutato: Campiglio oggi deve rispondere alla nuova clientela internazionale, che ha soppiantato il meno esigente sciatore italiano. I nuovi frequentatori della Perla delle Dolomiti, sono molto diversi da quelli che affollavano l’alta Rendena fino al 2000: arrivano in aereo, parlano lingue differenti, prenotano tramite tour operator e internet. E soprattutto lasciano negli alberghi e nei negozi banconote di grosso taglio. E’ un turismo nuovo che non s’accontenta di piste come lo Spinale, il Grostè o la Pancugulo, negli anni d’oro, punte di diamante dell’offerta turistica rendenese. È per far fronte alle nuove istanze che martedì sera l’assemblea della Comunità di Tione ha votato a ranghi compatti l’avvio del lungo iter del Ptc Giudicariese, che contempla- appunto - anche lo sfruttamento di Serodoli. D’estate area di grande pregio paesaggistico, d’inverno bacino nelle mire future delle società Funivie, per la sua esposizione a nord a 2700 metri di quota. La discussione è stata meno vivace e articolata di quanto ci si aspettasse. In Via Gnesotti, a Tione, non sono entrati gli anatemi e le voci contrarie di Italia Nostra e Wwf. Due soli gli interventi contrari. Quello dell’ex sindaco Vincenzo Zubani, che già aveva espresso la sua contrarietà in preassemblea. E quello di Ilaria Pedrini, capogruppo del Pd, che per tener fede alle sue convinzioni, ha sfidato le ire del partito, che, come risulta dalle votazione ha invece espresso un “sì” convinto.

Chi ha seguito il laborioso iter di approvazione di questo documento preliminare, sa che le cose non potevano andare diversamente. La presidente Patrizia Ballardini, e con lei tutta la giunta, hanno sempre sostenuto la necessità di lasciare spiragli aperti all’ampliamento delle aree sciabili, “unico motore del turismo rendenese e di tutta la Valle” : il 50% del Pil locale e il 30% in Giudicarie. Dati ribaditi in assemblea, e argomento (i numeri sono numeri) che, in qualche modo, hanno fatto chiudere un occhio anche a convinti sostenitori della teoria che “lo sci non è tutto”, come l’ex sindaco di Ragoli Vittorio Martini. Alla conta finale, e con lui altri dichiarati paladini delle risorse ambientali, hanno fatto mancare il loro sostegno a quel pugno di irriducibili del Pil. Non che la votazione di martedì abbia già sancito in modo definitivo l’utilizzo intensivo di quella conca che guarda il massiccio del Brenta. Lo hanno ricordato la Ballardini e Olivieri. L’iter per l’approvazione definitiva del Ptc, è ancora lungo. E poi, bisognerà vedere se ci saranno anche le condizioni economiche per sostenere la realizzazione di nuovi impianti. Cosa non facile, con questi chiari di luna.













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