Serodoli, anche la Sat boccia le piste

La Società spiega in un documento alla Comunità di Valle e alla Provincia: «L’area è un patrimonio di tutti, va salvata»


di Sandra Mattei


GIUDICARIE. Se 26 Comuni delle Giudicarie hanno firmato l'accordo di programma per il Piano territoriale della Comunità, a levarsi contro il documento già al centro di polemiche per la previsione di ampliare le aree sciistiche nell'area Serodoli Nambino, è la Sat. E lo fa con osservazioni contenute in una decina di pagine, che saranno recapitate nei prossimi giorni alla Provincia, alla Comunità di Valle e ai Comuni. Quest'ultimi, com'è noto hanno aderito in modo sparso: alcuni hanno approvato il documento, pur con l'abbandono dell'aula delle minoranze (come Tione), altri come Breguzzo hanno detto un no deciso, ma in definitiva la firma dei 26 ha superato la quota che prevede l'approvazione con la soglia del 50% + 1, sia per il numero che per la percentuale di popolazione rappresentata. La Sat riaccende l’attenzione sul Piano territoriale, con la sua autorevolezza dovuta ai tecnici della Commissione tutela e paesaggio e alla profonda conoscenza del territorio (sono 36 i rifugi gestiti dalla Società alpinisti). E va all'attacco dell'ipotesi piste da sci in zona Serodoli e Lago Nambino a Madonna di Campiglio con il documento presentato ieri alla stampa, alla presenza del presidente Claudio Bassetti e di alcuni consiglieri (Sandro Magnoni, Beppe Pinter, Giuseppe Tamanini). «La prima considerazione – esordisce Bassetti – è che l'area Serodoli è di altissimo valore ambientale ed è meta preferita da escursionisti che cercano proprio un luogo immacolato per le proprie gite e vacanze. Si tratta quindi di un'area incompatibile con la presenza di impianti, anche perché questi porteranno a sbancamenti, demolizioni di roccia e spostamenti di terra, perché si tratta di una zona dalla morfologia glaciale che mal si presta alle realizzazioni di piste da sci». Ciò detto, va sottolineato che il patrimonio ambientale del Trentino, continua il documento della Sat, è di tutti e che si deve difenderlo anche per il futuro, perché rappresenta la vera ricchezza delle nostre valli.

A questo proposito, Bassetti critica anche il Comitato di gestione del parco naturale Adamello Brenta, perché un organo preposto alla tutela del paesaggio e degli interessi collettivi, avrebbe dovuto dire un no più deciso al documento del Piano territoriale, mentre l'ente si è riservato di dare il suo assenso in base ai risultati che produrrà Agenda 21, incaricata di valutare l'impatto che le piste da sci potrebbero avere sull'area in questione.

«Faccio notare – precisa Bassetti – che Agenda 21 non è parte terza in questa vicenda, essendo la Comunità di valle il committente ed avendo già lavorato per quest'ultima alla stesura del Piano. Incontreremo anche noi la società a breve, perché il termine della presentazione dello studio è previsto per il 15 marzo».

La Sat, ricorda ancora Bassetti, è sempre stata per un turismo «a passo lento» e «per la difesa dei valori della sostenibilità, cercando di non rincorrere la quantità a scapito della qualità». Anche perché è dimostrato dai dati delle ultime tre stagioni invernali, come ha detto Bassetti, che i vacanzieri interessati allo sci allo snowboard sono sotto il 50% e la pratica dello sci negli ultimi 20 anni in Italia si è dimezzata». Ed ha ricordato che i finaziamenti pubblici, come quelli per il collegamento Pinzolo Campiglio, abbiamo già pesato sulle finanze della Provincia per 50 milioni di euro. E come ha concluso Beppe Pinter, va stigmatizzata la mancanza del senso del limite e la logica del profitto a tutti i costi.

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