Sequestrate 16 opere d'arte false

Traffico di quadri a Rovereto: sgominata una banda che vendeva a privati


Susanna Petrone


ROVERETO. La Guardia di finanza di Bolzano, in collaborazione con i colleghi di Venezia, ha sgominato una banda internazionale che trafficava con false opere d'arte. Ieri all'alba i trafficanti sono giunti in Alto Adige attraverso il Brennero ed hanno proseguito fino a Rovereto. E proprio qui in città sono stati sequestrati sedici quadri falsi. La maxi-operazione, che ancora non è stata conclusa, è iniziata diversi mesi fa, quando è stato individuato un quadro falso di un noto pittore contemporaneo a Venezia. Immediatamente la Guardia di finanza si è attivata per capire da dove provenisse, scoprendo in questo modo altre opere d'arte - sempre false - per un giro di affari quantificato in diversi milioni di euro.

Il traffico di quadri contraffatti non si limitava comunque alla piazza della città lagunare. In tutto il Nord-Est sono stati effettuati controlli di questo genere che hanno dato esito positivo. Sull'indagine la Guardia di finanza di Bolzano e di Venezia mantengono al momento il massimo riserbo, visto che sono tutt'ora in corso sequestri in giro per l'Italia. Dal giro non è rimasta esclusa Rovereto dove i militari della Guardia di finanza dell'Alto Adige, coordinata dal generale Francesco Attardi, hanno effettuato già sedici sequestri. Si tratta di quadri di noti pittori, risultati essere tutti falsi.

Secondo una prima ricostruzione delle forze dell'ordine, la banda teneva sotto controllo tutti i siti mondiali di arte. Ogni volta che accanto ad un quadro c'era scritto «collezione privata», si mettevano in moto per crearne una perfetta copia, almeno all'apparenza. Dopodiché si spacciavano per intermediari, vendendo a privati collezionisti quadri falsi a prezzi esuberanti. La merce destinata al Nord-Est passava il confine del Brennero, per poi raggiungere gli acquirenti, ignari di aver pagato cifre consistenti per un falso. Nei prossimi giorni verranno forniti tutti i dettagli della maxi-operazione delle Fiamme gialle, che grazie agli esperti è riuscita ad individuare diversi falsi. Non è ancora chiaro se i sedici quadri sequestrati a Rovereto fossero destinati, alla fine, ai musei di arte contemporanea della regione. I falsari potrebbero aver deciso di vendere prima a privati per rendere «puliti» i quadri ed infine collocarli in qualche museo del Trentino Alto Adige.













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