Separati e divorziati: la Chiesa affronta il tema a viso aperto
Sabato 17 novembre un convegno all’Oratorio del Duomo. Don Dell’Eva: «La comunità li accoglie a braccia aperte»
TRENTO. Sabato 17 novembre la Chiesa trentina dialogherà apertamente, in un convegno dal titolo “La Chiesa incontra la Chiesa” (Oratorio del Duomo, dalle 14.30 alle 18.30), su un tema delicato, scabroso per i cattolici e mai prima affrontato in pubblico. Si parlerà della condizione dei cristiani separati e divorziati. «Sono cristiani che vivono situazioni esistenziali particolari – spiega Don Albino Dell'Eva, direttore del centro di Pastorale familiare dell'Arcidiocesi trentina, che organizza l'incontro – perché vivono una condizione di irregolarità sacramentale, ma si sentono cristiani. Spesso sono percepiti e perfino magari raccontati, anche da voi della stampa, come estranei alla Chiesa ma non è così».
Don Albino ci tiene a sottolineare che in realtà dentro la Chiesa è sempre esistita una riflessione sulla collocazione di persone in questa condizione. Adesso i tempi sono evidentemente maturi anche per una discussione a viso aperto. «I separati e i divorziati non sono persone emarginate o condannate», precisa. «Tanto più quando subiscono la separazione, che come noto può partire da una sola parte della coppia. Del resto, ricordo che il Pontefice nel Family Day 2012, a giugno, ha parlato di una comunità ecclesiale che offre accoglienza a braccia aperte».
L'incontro che si volgerà il 17 novembre all'Oratorio del Duomo nasce dal percorso e dall'iniziativa di due Gruppi di sostegno e spiritualità per persone separate, divorziate o con nuova unione, quindi parte dal basso. Uno dei due gruppi ha sede a Trento e l’altro a Rovereto.
L'obiettivo dell'incontro nelle intenzioni dei gruppi proponenti, secondo Dell'Eva, «non è quello di sollevare polemiche ma piuttosto di offrire un contributo a tutta la comunità della Chiesa, sulla base di un'esperienza personale di sofferenza e di fallimento, su domande quali: cosa vuol dire oggi essere cristiani? Cosa vuol dire sbagliare? Cos'è la Comunione? Sono domande che valgono per tutti».
Alla fine abbiamo chiesto a don Albino perché ancora oggi separati e divorziati debbano rinunciare alla Comunione. Il direttore del centro di Pastorale familaire si schermisce ma ammette: «C'è una grossa riflessione a tutti i livelli dentro la Chiesa, sulla possibilità di intendere la questione in modo più aperto». Quindi l'invito è per gli operatori pastorali, i parroci e le persone che vivano questa condizione, a prendere parte ai lavori. Ci saranno alcune testimonianze, poi una discussione in assemblea, quindi la “ripresa pastorale” da parte di don Battista Borsato, direttore dell’Ufficio diocesano per la famiglia di Vicenza, autore di diversi testi di successo nel mondo cattolico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA