«Se tu mi lasci io ti brucio» matrimonio da incubo
La donna avrebbe sopportato per anni maltrattamenti, minacce e violenze poi la denuncia. L’uomo prima è stato arrestato ora ha il divieto di avvicinarsi
TRENTO. «Se mi lasci ti uccido». E poi «ti rompo mani e piedi». Frasi piene di odio, frasi urlate e scritte da chi a quella donna doveva dare solo amore, dal marito. Che non voleva che lei lo lasciasse, che temeva che avesse un altro e che la minacciava di levarle gli occhi. Di bruciarla. Parole cattive, parole pericolose che sono state seguite anche da aggressioni fisiche. E anche da una violenza sessuale. Tanti gli episodi che la moglie, quarantenne, ha trovato il coraggio di raccontare dopo 11 anni di incubo, 11 anni di matrimonio. Solo lo scorso anno lei ha trovato il coraggio di allontanarsi da quell’uomo che aveva sposato e con il quale aveva affrontato il viaggio dal loro Paese (nell’Est dell’Europa) fino al Trentino. Un matrimonio, i figli e una quotidinità fatta di violenze con sprazzi di serenità. Questo il quadro che è stato ricostruito dalla vittima (che nel procedimento penale contro l’uomo si è costituita parte civile), un quadro che lui rifiuta: non c’è mai stata violenza sessuale, non ci sono stati maltrattamenti. A valutare il caso e a decidere dove sta la verità sarà il giudice.
L’udienza di ieri si è conclusa con il rinvio degli atti al pm. Era stato riscontrato un problema di procedibilità sulla violenza che sarebbe stata commessa fra stranieri in uno stato estero. In questo caso serve «l’intervento» del ministero che ora c’è. Ma si ricomincia dal rinvio a giudizio. Un intoppo che non cambia l’impianto accusatorio nel quale si ripercorrono gli episodi più forti che hanno visto la donna - persona di grande fragilità anche psicologica e di sudditanza nei confronti del marito - come vittima. Diversi i momenti in cui l’uomo avrebbe aggredito fisicamente la moglie anche davanti agli occhi dei loro figli piccoli. Ma anche in luoghi pubblici come era successo un giovedì in cui la coppia si era recata al mercato di Trento. Lì, in mezzo alle bancarelle lui l’avrebbe strattonata mentre almeno in un caso l’avrebbe colpita con tanta violenza da costringerla a chiedere aiuto al pronto soccorso per curare le ferite. E poi quella violenza sessuale subita in un momento di vacanza preceduta e seguita da minacce sempre più forti, sempre più cattive: ti brucio, di cavo gli occhi, ti uccido. Fino a quando lei non ha avuto il coraggio di denunciarlo. Dalle due parole sono partite le indagini che hanno portato l’uomo agli arresti domiciliari mentre ora ha il limite del divieto di avvicinare la moglie. In attesa della decisione del giudice.
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