Scoperti con un chilometro di cavi di rame
Quattro uomini bloccati intorno a mezzanotte dai carabinieri di Malè e denunciati per ricettazione
TRENTO. Nel bagagliaio nascondevano sette matasse di cavi elettrici in rame, per una lunghezza complessiva intorno a un chilometro. Quattro uomini sono stati bloccati, sabato notte, dai carabinieri di Malè e denunciati per ricettazione in concorso.
La pattuglia dei militari li ha incrociati intorno alla mezzanotte nel centro del paese e, insospettita dalla loro presenza, ha riconosciuto il volto di uno di loro, un pregiudicato già controllato tempo fa nella medesima zona. I militari hanno quindi deciso di fermarli e perquisirli.
Le bobine trovate nel bagagliaio (ognuna lunga 150 metri) sono state riconosciute dai carabinieri come quelle portate via all’inizio del mese in un cantiere della zona, a Croviana: avevano ancora imballo e etichette con la destinazione.
Messi alle strette dai militari, i quattro hanno insistito nel dire di averle acquistate nel pomeriggio a Brescia, dove risiedono, ma non sono stati creduti. Le verifiche successive hanno dimostrato che stavano mentendo.
Tutti di origine albanese, i denunciati sono tre fratelli di 23, 26 e 34 anni (H.R., H.A. e H.A. le iniziali) e un quarto uomo, X.A., di 37 anni. Tre di loro risultano pregiudicati.
Il rame è anche definito “l’oro dei poveri”, oltre che dei malviventi che per averlo sono disposti ad appropriarsene in maniera illecita.
Una volta sfilato dai cavi e fuso, il metallo viene infatti portato dai ricettatori ad acquirenti compiacenti. Le grandi industrie di lavorazione del rame sono infatti disposte a comprarlo per 6-7 euro al chilo.
In periodi di crisi, fenomeni come questo diventano sempre più numerosi. Basti pensare anche ai furti della benzina da camion e stazioni di servizio, che si verificano in tutta Italia.