Scommesse e pubblicità un logo «inguaia» Mosna

Il marchio di un bookmaker di sommesse ha portato ad un decreto di condanna ma il patron di «Trentino Volley» si difende: assurdo, c’era anche su altre divise



TRENTO. Il logo di un bookmaker di scommesse on line, il «PlanetWin 365» sistemato sulle maglie dei giocatori e sui cartelloni pubblicitari ha messo nei guai il patron della Trentino Volley, Diego Mosna. Per lui la procura aveva infatti disposto un decreto penale di condanna da 1.300 euro in base ad una legge del 1989 che si occupa di scommesse clandestine. La società pubblicizzata dai giocatori di pallavolo nel corso del campionato 2011-2012, infatti, non sarebbe stata autorizzata dall’Aams (l’agenzia dogane e monopoli) ad operare in Italia. Un decreto penale contro il quale il legale di Mosna, Bonifacio Giudiceandrea, ha presentato opposizione e la questione è quindi approdata (con un rinvio) davanti al giudice monocratico.

Una vicenda che il patron del volley provinciale bolla come «un’assurdità». «Si tratta di una vicenda che risale a qualche anno fa e - spiega Mosna - di una società il cui marchio è finito anche sulle divise di altre squadre tanto che l’accusa che viene mossa ci ha più che sorpresi». Ragione, questa, che ha spinto l’avvocato a presentare opposizione al decreto penale di condanna che era, come detto, di 1.300 euro di ammenda.

A far partire le verifiche, la guardia di finanza e i suoi controlli preventivi e non solo in diversi ambiti. Verifiche nel corso delle quali sarebbe emersa la supposta irregolarità di cui viene chiamato a rispondere Diego Mosna in quanto legale rappresentante della Trentino Volley. Un’irregolarità che avrebbe riguardato, come detto, la presenza del marchio di questo bookmaker che opera a livello europeo. E il problema riguarderebbe solo la mancata autorizzazione per la società in questione ad operare sul territorio italiano.

Per esercitare l’attività commerciale di raccolta dei giochi e delle scommesse è infatti obbligatoria la concessione dell’Aams (ossia l’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato) e la licenza di polizia. Chi svolge questo tipo di attività economico-commerciale senza questi titoli commette il reato di «esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa», punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. A nulla vale che il soggetto esercente l’attività in questione sia affiliato ad una società estera munita di concessione nel Paese d’origine.

Questo è quello che prevede la legge ma che riguarda relativamente il caso che tocca Mosna. Ciò che viene imputato al legale rappresentante della Trentino Volley, si limita all’uso del logo-marchio di una società di scommesse che non avrebbe avuto l’autorizzazione necessaria.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano