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Sat, netta presa di posizione: «No alla diga del Vanoi»

Gli alpinisti contro il progetto di invaso riapparso con il Pnrr. "Intendere l'ambiente come una natura da assoggettare per l'interesse umano è un pensiero cieco e anacronistico"



TRENTO. No alla realizzazione del Bacino Irriguo sul Vanoi da parte del Consorzio di Bonifica Brenta - Cittadella di Padova. È chiara la posizione della Sat in merito «a una diga che andrebbe a stravolgere un sistema fluviale ormai unico nel panorama delle Alpi Orientali. Intendere l’ambiente come una natura da assoggettare e sottomettere per l‘interesse umano è una forma anacronistica e conclusa del passato» dichiara la Società degli Alpinisti Tridentini. Ma questa non è l’unica obiezione sollevata dalla sezione SAT Primiero, recepita dal Consiglio Centrale della SAT di Trento.

Diverse le obiezioni di merito che vengono dal Primiero, l’area intreressata dal progetto del mega-invaso:

1. La Diga stravolge un sistema fluviale ormai unico nel panorama delle Alpi Orientali, costituito da ambienti ripariali per fauna Ittica ed Avifauna; nel torrente Vanoi vivono due specie inserite nella lista rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura): la trota marmorata (Salmo marmoratus) e lo scazzone (Cottus gobio), tutte e due in pericolo critico.

2- I versanti destro e sinistro dell’ipotetico lago presentano un grado di pericolosità massima (P4), criticità geologica evidenziata nella carta di Sintesi Geologica, dovuta a potenziali crolli ed alla particolare situazione lito-geomorfologica dei versanti franosi; questa situazione, peraltro, ha già causato delle frane anche in tempi recenti, che possono generare in caso di invaso, un’onda tipo Vajont che può colpire i paesi e le infrastrutture sottostanti.

3. Nel 1958, a seguito dell’inizio dei lavori esecutivi alla nuova diga della Cortella, furono eseguite delle perforazioni di sondaggio per capire quanto i versanti fossero solidi per la tenuta delle spalle dello sbarramento. I sondaggi in sponda destra sul lato di Lamon non dettero un risultato compatibile, vista la presenza di cavità sabbiose sotterranee e non roccia di solida, ed i tecnici della ditta Rodio di Milano, leader europea nei lavori di costruzione delle dighe, decretarono la non conformità di quel sito per la diga.

4. La Diga avrà un volume di 33 milioni di metri cubi e verrà invasata e svasata per 4 volte all’anno, fino a raggiungere il volume di 132 milioni di metri cubi utili per i fabbisogni del Consorzio Brenta. Da studi fatti lo specchio d’acqua avrà una forte evaporazione che cambierà il microclima della valle del Vanoi con più umidità e malesseri per la gente locale che ci vive.

«In Primiero - aggiunge la sezione Sat - c’è l’esempio della Diga di Pontet, molto più piccola, costruita all’inizio degli anni ‘60 che ha influenzato notevolmente il clima della valle, rendendola notevolmente più piovosa e umida, con formazioni di nebbie stagnanti in certi periodi dell’anno, prima a tutti sconosciute».

5. Il Trentino ha già creato un completo sfruttamento delle acque; nel Vanoi e nel Primiero sono stati completamente sfruttati tutti gli invasi, captando ogni portata utile alla produzione, stravolgendo ambienti dove la natura in seguito ci ha messo anni per riadattarsi. Intendere l’ambiente come una natura da assoggettare e sottomettere per l‘interesse umano è una forma anacronistica e conclusa del passato.

Nel vicino lago Schener si nota la diga di Ponte Serra piena fino all’orlo di sedimenti, che ne limitano totalmente la capacità di invaso e di laminazione, mentre più a valle il lago del Corlo, già oggetto in passato di ipotesi di svuotamento, presenta in buona parte del suo invaso, la stessa situazione. Si vuole evidenziare come una possibile analisi di costi e benefici nel confronto dello svuotamento parziale delle due dighe sopracitate possa dare delle ulteriori indicazioni serie e sicuramente meno impattanti.

6. I lavori di un invaso di quel tipo provocherebbero una situazione logistica difficile per gli utenti dell’arteria dello Schener, continuamente oggetto di revisione del tracciato stradale. Ci sarà un ulteriore aggravio del traffico pesante fino a fine lavori che influirà in maniera negativa sui collegamenti per gli ospedali, le scuole, il turismo, ed il traffico commerciale della valle generando una insofferenza generale della popolazione locale per un’opera a beneficio di un ristretto numero di persone.

«Per SAT - conclude la nota diffusa ieri - in questo momento di cambiamento climatico è necessario ripensare l’agricoltura con soluzioni integrate e condivise per risparmiare l’acqua Bene Comune».

Resta dunque viva la preoccupazione per il progetto, e se da parte della Provincia di Trento l’assessore all’Ambiente e vicepresidente Mario Tonina ripete che la diga non si farà, d’altra parte in Veneto (e a Roma) il piano per l’invaso pare procedere senza ostacoli. Da aprile a giugno, da Bassano a Mussolente a Rubano, vari comuni sotto amministrazione leghista, complice la disponibilità di fondi del Pnrr, hanno votato una mozione a favore dell’invaso da realizzare sul territorio trentino. Mozione in cui si afferma che lo studio di fattibilità renderebbe «compatibile» il bacino con l’ambiente circostante, nonostante la Carta del Rischio Geologico della Provincia di Trento classifichi l’intera area come zona rossa.

La questione è arrivata anche a Roma, dove il ministro delle Infrastrutture, il leghista Matteo Salvini, si è mostrato disponibile a prendere in considerazione il progetto, dichiarando che la diga «potrà essere valutata» nell’ambito di un bando per la selezione e la realizzazione di opere nel settore idrico.













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