Santa Maria, un Natale a porte chiuse  

Il parroco ammette: «Nonostante le reazioni e le offerte da parte di qualche volontario, non ci sono le forze per aprirla»


di Sandra Mattei


TRENTO. Sono passati quasi due mesi da quando sul portone della chiesa di Santa Maria Maggiore è apparso il cartello che la basilica sarebbe rimasta chiusa tutti i giorni, dopo mezzogiorno, causa continui furti e danneggiamenti.

Una decisione sofferta, quella del parroco don Andrea Decarli a fine ottobre, che ha gettato la spugna di fronte ai furti continui delle cassette delle offerte, ma anche ai danneggiamenti del tabernacolo e dei porta candele. «Non possiamo esporre a rischi cittadini, - aveva dichiarato don Decarli - e non disponiamo nemmeno di chissà quale numero di volontari. Se qualcuno ha una soluzione alternativa, la dica, perché io non ne ho».

Erano seguite, nei giorni successivi, vari interventi, sconcertati e preoccupati per l’immagine che la città poteva dare anche all’esterno, costretta a tenere chiusa una chiesa per motivi di sicurezza. Fatto sta che Santa Maria Maggiore è tutto chiusa. Il cartello è scomparso, ma il parroco ammette che non ha ancora soluzioni per risolvere la situazione.

«Sono alle prese con la selezione - scherza don Decarli - delle decine di persone che si sono offerti come volontari per presidiare la chiesa...». Inutile aggiungere che tutta questa disponibilità non c’è stata, quindi non è stato possibile organizzare una rete di persone disponibili a svolgere dei turni. Eppure le reazioni non erano mancate: l’associazione delle Guide ed accompagnatori turistici del Trentino era intervenuta per esprimere la preoccupazione per la chiusura di un importantissimo monumento storico, dove sono conservate opere d’arte di pregio e dove si è svolto il Concilio di Trento, luogo che non può mancare nell’itinerario turistico. C’era stato anche un volontario, il docente Onorio Clauser che si era offerto pubblicamente con una lettera al Trentino per mettersi a disposizione del parroco. Anche il sindaco Andreatta si era impegnato a trovare una soluzione ed aveva dichiarato che c’erano anche associazioni che si erano offerte per presidiare la chiesa.

Tra queste, si è offerta l’associazione dei carabinieri in pensione, ma da sola non basta a coprire tutti i pomeriggi. Nel frattempo, sono state prese le misure necessarie per contrastare i furti. È stato installato un nuovo impianto antifurto e sono state rimosse le cassette delle offerte che non sono sufficiente blindate per evitare lo scasso. In definitiva, la basilica, anche durante le festività, con la città invasa dai turisti, rimane chiusa. Aggiunge il parroco don Decarli: «Quello che mi preoccupa è però che sia chiusa ai fedeli».













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