Sanità trentina: «Sale operatorie, orari più larghi»

La proposta dell'assessore Rossi di fronte all'affollamento di rianimazione


Fausto Da Deppo


TRENTO. Le sale operatorie dell'ospedale Santa Chiara vivono ritmi da superlavoro ed è l'assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi a proporre un intervento a livello organizzativo: «Cerchiamo di ragionare sugli interventi non urgenti, programmabili. Potrebbero essere spostati in orari alternativi, inseriti in un calendario che rifletta un uso più flessibile delle sale». «Se ce la facciamo - Rossi passa dalla proposta alla promessa - possiamo anche pensare ad aumentare le risorse di personale». Al centro dell'attenzione, insomma, gli interventi chirurgici più leggeri, soprattutto quelli che non richiedono il ricorso alla rianimazione, il reparto che, lo dicono i medici e lo conferma l'assessore, accusa una sofferenza cronica, che rischia di diventare acuta nei periodi di alta stagione turistica. Entro l'estate arriveranno altri 10 posti (6 di rianimazione e 4 di terapia semintensiva). Rossi li attende con urgenza e, intanto, prova a spegnere l'allarme: «E' vero che con la neurochirurgia a pieno regime e ad ottimo livello qualche problema per l'uso della rianimazione si è sentito, ma non prendiamo come riferimento il rapporto altoatesino fra abitanti e posti per le cure intensive. In provincia di Bolzano sono decisamente sopra gli standard nazionali e noi qui a Trento dobbiamo fare i conti con un ospedale, il Santa Chiara, che è arduo espandere e modificare in relazione alle esigenze che cambiano. Ogni correzione, ogni adeguamento richiede uno spostamento di reparti, una complicata riconfigurazione dei settori... Non lo sappiamo solo da oggi e non a caso stiamo puntando sul Nuovo ospedale del Trentino». Una cosa sono i numeri, un'altra i limiti oggettivi, materiali e un'altra ancora gli assetti organizzativi. Se su questi ultimi Rossi individua i margini d'intervento più ampi, sui numeri sottoscrive la tabella di marcia indicata dal direttore dell'azienda sanitaria Luciano Flor: «L'ha detto e lo ridico io: nel 2011 aggiungeremo dieci posti di terapia semintensiva e di rianimazione e saranno posti utilissimi anche per la nuova cardiochirurgia che andremo a inaugurare nell'anno nuovo». Con il suggerimento di allargare negli orari "meno centrali" l'uso delle sale operatorie, arriva il messaggio di stringere i denti e pazientare: «Capisco le esigenze di tutti e capisco le sollecitazioni che possono arrivare in particolare dai chirurghi, ma va ricordato che, con i nuovi primariati, chirurgia è entrata a sua volta a pieno regime. Basta confrontare il numero di interventi di un paio d'anni fa e di oggi e basta osservare come oggi, a Trento, gli interventi non sono solo di più e ad alto livello, ma coprono anche emergenze per cui prima i pazienti erano costretti a rivolgersi ad altri centri sanitari, ad andare a Padova o altrove». Più lavoro significa più risposte e anche più "affollamento" dei servizi. Il Santa Chiara e i suoi limiti andranno in pensione. Intorno al 2020.













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