Sanità, 14 trentini su cento «emigrano»
Solo 10 le dimissioni di pazienti di altre regioni nel 2012. Ma il fenomeno sta rallentando, grazie a servizi più attrattivi
TRENTO. Il 14,4% dei trentini va a farsi curare fuori provincia. Di più di quanti la nostra azienda sanitaria sia in grado di attrarne: il 10,6%. I dati sono contenuti in un’indagine nazionale pubblicata ieri da “Il Sole 24 Ore”, che ha elaborato dati Istat e del ministero della Salute riferiti al 2012.
Il tasso di immigrazione (la percentuale di pazienti di altre regioni sul totale delle dimissioni) vede il Trentino al trentesimo posto, con una percentuale identica a quella dell’Alto Adige (10,6%). I “cugini” a nord di Salorno, però, vantano un flusso in uscita decisamente inferiore: solo il 4,0%. Significa che solo quattro altoatesini su cento oltrepassano il confine altoatesino per dirigersi in strutture ospedaliere “esterne”, ma soprattutto che il saldo è ampiamente a favore della sanità locale: chi sceglie la provincia di Bolzano è più del doppio di chi la “lascia”.
Sorprende il fatto che il Trentino veda invece un’uscita così consistente rispetto all’entrata. Un dato in controtendenza anche rispetto alla media nazionale, che presenta un 8,4% di ingressi e un 7,5% di uscite.
Dati più dettagliati sulla mobilità sanitaria sono contenuti nel “Bilancio di missione 2012” dell’Apss. Emerge che in Trentino, dal 1995 al 2012, la mobilità attiva (prestazioni sanitarie erogate da strutture provinciali a favore di assistiti di altre regioni) è aumentata del 53% mentre la mobilità passiva è aumentata dell’87%. Tuttavia, negli ultimi anni la forbice tra l’attivo e il passivo non è più in espansione, “anche per effetto degli interventi d’incremento di offerta dei servizi ed in particolare per i ricoveri (attività che assorbe quasi l’80% del fatturato di mobilità)”. Si registra nel numero dei casi una progressiva e consistente diminuzione, con 9.522 ricoveri di extraregionali (nel 2005 erano 10.885) e 12.816 di trentini “emigrati” (contro i 15.852 del 2005).
Venendo alla spesa, la differenza tra importi a credito (mobilità attiva) e a debito (mobilità passiva) vedono un saldo negativo di 16,506 milioni. Il totale della mobilità attiva 2012 è infatti pari a 45,691 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2011 di 731 mila euro (+1,63%), mentre la somma degli addebiti in mobilità passiva è di 62,197 milioni.
Lo scostamento tra il 2011/2012 - anche alla luce della stipula dell’accordo di confine con la Provincia di Bolzano - è di oltre 1,6 milioni (pari a +2,69%). Facendo un’analisi per tipo di prestazione si osserva che l’attività di ricovero fa registrare un aumento negli addebiti di 1,378 milioni di euro, come pure la specialistica ambulatoriale, che evidenzia un incremento di oltre 487 mila euro (+6,22%). Le attività che manifestano una flessione del totale addebitato sono: la farmaceutica per 146 mila euro (-22%), l’assistenza termale per 71 mila (-8,5%) e i trasporti per 30 mila (-6%).
Anche nel 2012 viene osservata una consistente riduzione del numero di ricoveri in mobilità passiva (emigrazione) per un totale di 844 unità, pari a -6,17%, (il decremento rilevato tra il 2010/2011 era stato di 748 unità, pari a -5,19%).
Il fenomeno può essere ricondotto - secondo il Bilancio - “da un lato dall’effetto di modifiche nel regime di erogazione di talune prestazioni, e dall’altro dalle iniziative poste in essere dal Servizio sanitario provinciale con riferimento al potenziamento dell’attività di ortopedia, all’avvio della neurochirurgia e ad altri interventi”.
Quanto alle regioni preferite dai trentini che emigrano, il Veneto fa la parte del leone con il 46,71%, seguito da Lombardia (16,94%), provincia di Bolzano (23,63%) ed Emilia Romagna (5,53%).