Salvini: «Non parla? Poteva pensarci prima»

Molti a sostegno di Galantino. Baratter: «Lega paladina ipocrita della cristianità» Il governatore Rossi: «I toni esasperati non aiutano ad affrontare il problema»



TRENTO. Monsignor Galantino non partecipa alla lectio degasperiana per non alimentare le polemiche? «Poteva pensarci prima», è la secca risposta del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva tuonato contro il monito lanciato dal segretario della Cei sull’immigrazione: «I vescovi facciano i vescovi e non rompano le palle ai sindaci».

La defezione di Nunzio Galantino alla cerimonia di Pieve Tesino ha suscitato ieri un vespaio di reazioni anche a livello nazionale. «Il passo indietro va apprezzato come segno di grande saggezza - ha dichiarato Giuseppe Fioroni (Pd) - questo però ci impone una riflessione. Non siamo una democrazia matura e un vero stato laico se ci disturba una Chiesa che esprime con forza la difesa di valori e della sacralità della vita umana. Non possiamo rischiare di dare l'idea che la nostra democrazia è talmente matura, il nostro stato talmente laico, da richiedere la Chiesa del silenzio». Un «brutto segnale» secondo l’ex governatore oggi deputato Lorenzo Dellai: «Nel nostro Paese chi come monsignor Galantino ha il coraggio di dire parole di verità è indotto in qualche modo a stare zitto». Duro con la Lega il capogruppo provinciale del Patt Lorenzo Baratter: «Le parole contro la Chiesa vengono pronunciate da chi segue il Vangelo a corrente alternata: professandosi paladino della difesa della cristianità - pretendendo, ad esempio, il crocefisso nelle scuole - salvo usare poi atteggiamenti ipocriti ed egoisti che nulla hanno da spartire con il più autentico spirito cristiano». «Nel centenario della prima guerra mondiale cosa abbiamo imparato? Noi trentini siamo i pronipoti di quei profughi che a decine di migliaia dovettero scappare a causa della guerra, gettare i loro morti fuori dai treni, chiamati 'zingari” quando chiesero aiuto disperati in altre zone d'Europa. Un popolo senza memoria non ha futuro».

«Dispiace apprendere dell'assenza di monsignor Galantino», scrive in una nota il presidente della Provincia Ugo Rossi, «il clima di polemica esasperata che si respira in questi giorni, su temi come quello dell'accoglienza dei migranti, non aiuta ad affrontare con lucidità e ragionevolezza un problema che investe tutta l'Europa e che non si rimuove con le polemiche o gli slogan. Proprio l'esempio che ci viene da Degasperi anche nei momenti più difficili della storia d'Italia possa rappresentare una buona fonte di ispirazione». Dispiaciuta anche la presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo, che ricorda l’attualità di Degasperi», «che a 34 anni, allo scoppio della guerra, si dedicò in ogni modo alla questione dei profughi, visitando i campi, intervenendo a Vienna per denunciare le privazioni a cui spesso erano soggetti coloro che erano stati destinati alle strutture di raccolta, chiedendo che fossero loro garantiti i diritti fondamentali».













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