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Sait, nuova protesta dei lavoratori contro l’esternalizzazione del magazzino

Sono 75 a rischiare la disoccupazione se non cederanno il loro contratto entro fine mese a Movitrento. I sindacati: «Non possiamo accettare un taglio dei costi sulla pelle dei lavoratori»



TRENTO. C'è rabbia, delusione e sconcerto tra i lavoratori che questa mattina, 15 giugno, hanno protestato fuori dai cancelli Sait contro l'esternalizzazione del magazzino e l'avvio della procedura di licenziamento.

L'adesione alla protesta - riferiscono i sindacati in una nota - è stata ampissima. Sono 75 i dipendenti che rischiano di andare in disoccupazione se non accetteranno di cedere il loro contratto a Movitrento entro la fine di questo mese.

Filcams, Fisascat e Uiltucs rimandano al mittente le accuse del presidente Dalpalù e rivendicano di essersi sempre seduti al tavolo: "Non ci siamo mai sottratti al confronto, ma abbiamo sempre ribadito con chiarezza la nostra contrarietà all'appalto di servizio perché non ci sono garanzie sufficienti per i lavoratori. Sait però non si è mai mossa di un centimetro. Rifiuta la cessione del ramo d'azienda con giustificazioni a nostro avviso insufficienti e non ha mai risposto sul distacco, strada che avrebbe garantito un'ottimizzazione organizzativa senza danneggiare i dipendenti del magazzino", ribadiscono Paola Bassetti (Filcams), Gabriele Goller (Fisascat) e Vassiolios Bassios (Uiltucs).

"Non possiamo accettare un taglio dei costi sulla pelle dei lavoratori quando il consorzio ha chiuso il bilancio con un utile di 2,6 milioni di euro e il magazzino ha raggiunto tutti gli obiettivi, come dimostra l'erogazione del premio di risultato. Dove è finita la funzione sociale della cooperazione? Se questo è il percorso intrapreso, con la benedizione di Via Segantini, temiamo anche sulle ripercussioni che questa logica avrà su famiglie cooperative e Superstore", denunciano ancora i sindacati. Lavoratori e sindacati non nascondono l'amarezza per l'assordante silenzio della politica, a cominciare dalla Giunta provinciale: "Hanno appena siglato un patto con la Federazione della Cooperazione e non dicono nulla sul fatto che si tagliano 75 posti di lavoro. A questo punto ci chiediamo quale sarà il prossimo taglio doloroso, inevitabile", concludono Bassetti, Goller e Bassios. 













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