S. Maria, c’è il primo volontario 

Dopo la chiusura per furti, il prof Onorio Clauser si offre per presidiare la basilica e «parlare» ai ladri


di Daniele Peretti


TRENTO. Arrivano le prime proposte di collaborazione e di volontariato per dare apertura continua alla Chiesa di Santa Maria Maggiore.

«Se la chiusura al pubblico della Chiesa di Santa Maria Maggiore da parte del parroco don Andrea Decarli poteva avere anche una vena provocatoria; l'articolo di fondo del vice direttore del Trentino Paolo Mantovan, è stato per me uno stimolo a non rassegnarmi ed a reagire». L'osservazione è di Onorio Clauser docente di Economia dello Sviluppo al Dipartimento di Lettere e Filosofia che alla notizia della chiusura aveva reagito con una rassegnazione passiva, decidendo dopo aver letto l'appello lanciato sul nostro giornale di scrivere: «Offro la mia disponibilità in base alle esigenze del parroco a presidiare la Basilica che è un patrimonio culturale e spirituale che appartiene alla gente e come tale non può essere preclusa alle visite».

La presenza di un docente universitario offre anche la possibilità di un supporto culturale alle visite dei turisti.

Per me si tratta di un centro di spiritualità sia laico che religioso che non va difeso, bensì custodito ed in quest'ottica mi metto a disposizione sia della gente che dei ladri.

In che senso?

Sono disponibile a parlare sia col turista, ma anche col potenziale ladro chiunque esso sia. La gente va responsabilizzata, prima che demonizzata.

Diciamo che oltre al coraggio ci vuole costanza.

Abito in Vicolo Bellesini ed una notte ho visto un ragazzo che urinava tranquillamente contro un muro. Contro il parere di tutta la mia famiglia sono sceso a parlargli. Era ubriaco e non in grado di capirmi, ma l'ho fatto lo stesso. Probabilmente sono un inguaribile utopista, ma ci vuole il coraggio di intervenire.

La sua idea di Basilica quale sarebbe?

Del tutto simile a " Roma città aperta", cioè non attaccabile perché indifesa. La realtà potrebbe essere del tutto diversa, ma penso che il concetto sia giusto.

Lei è stato il primo a mettersi a disposizione, si aspetta altre adesioni?

Il parroco dovrebbe convocare un pubblico incontro per raccoglierle. Penso che l'associazione Anastasia che organizza corsi di formazione per guide ai beni culturali ecclesiastici, potrebbe essere un referente ideale.

Il Comune invece?

Mi preoccupa l'assenza dell'amministrazione. Porto ad esempio città come Milano, Rimini e Innsbruck i cui centri storici danno l'idea di pulito: la sensazione esattamente opposta rispetto a quella che provo camminando nel centro di Trento che è diventata una città sporca. Per me è disorganizzato anche l'intervento di Dolomiti ambiente pur senza arrivare al limite del centro di Innsbruck che viene lavato tutte le mattine. Nello specifico il Comune dovrebbe promuovere una campagna per la conservazione del Bene Pubblico: molte volte più che le regole, valgono le relazioni.

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