S.Giorgio insiste per via Passirone a traffico limitato
Le case che affacciano sul tratto più stretto della strada martoriate dal passaggio dei camion e dall’umidità
ARCO. Un tratto di via Passirone - la strada che serpeggia tra le vecchie case di San Giorgio- è talmente stretto che ci passano senza rischio di danno solo le piccole utilitarie. Il buon senso quindi consiglierebbe a chi guida mezzi di stazza superiore di girare al largo. Ma il buon senso è virtù rara più di quanto non si creda, come possono testimoniare Maria Gabriella Sassano, Laura Armani ed Ernesto Calzà, gli abitanti degli edifici che delimitano via Passirone dalla piazzetta all'incrocio con via Piave. Non passa giorno senza che l'autista di un furgone, di un camioncino o di qualcosa di ancor più grosso non si infili nel budello, quasi sempre strisciando sui muri e lasciando nell'intonaco solchi profondi. La più danneggiata è senza dubbio la proprietà di Sassano, la quale da anni segnala il problema (che non è l'unico che affligge la sua proprietà, come vedremo) all'amministrazione comunale di Arco. Proprio alcuni giorni fa, forse per effetto dell'entrata in vigore del nuovo Piano urbano della mobilità, ai lati estremi di via Passirone sono comparsi cartelli che vietano il transito ai mezzi pesanti di peso superiore alle 3,5 tonnellate. Ammesso e non concesso che il divieto venga rispettato in assenza di controlli sistematici (che a San Giorgio, come in altre zone periferiche, non si fanno) se si vuole davvero accontentare i residenti bisognerebbe chiudere al traffico via Passirone almeno nel tratto in questione. Invero la gente della frazione, tramite il comitato di partecipazione e una raccolta firme, aveva chiesto che in centro storico fosse istituita una “zona a traffico limitato”, ma chissà come, ignorando il fatto che i centri storici di tre quarti delle città italiane sono isole pedonali, la commissione consiliare urbanistica territorio ambiente ha respinto l'istanza adducendo che “l'attivazione delle Ztl può essere effettuata solo su tratti di strada limitati, non a livello generale. In tal caso infatti non sarebbe disciplinabile l'accesso di ospiti e visitatori e pertanto non sarebbe garantita la circolazione”.
Non dovesse passare neanche la proposta della mini-ztl, i residenti si permettono di suggerire la collocazione di ostacoli fisici all'imbocco del vicoletto, tipo gli zoccoli di pietra calcarea che un tempo venivano messi alla base dei portoni per preservare i pilastri dagli urti delle carrozze.
L'altro problema lamentato dalla signora Sassano è la singolare conformazione della strada davanti a casa sua. In quel punto l'asfalto non è fatto a schiena d'asino, come dovrebbe essere, ma pende solo da un lato, il suo appunto, così quando piove l'acqua si raccoglie tutta da una parte finendo per essere assorbita dal muro a nord dell'edificio già martoriato dalle strisciate dei camion. L'umidità ha intaccato profondamente la struttura penetrando fino in cantina e corrodendo le malte. I danni sono evidenti, ma per ora a pagarne le conseguenze è solo la famiglia Sassano anche se le responsabilità ricadono solo sull'amministrazione comunale. In questo caso l'unica soluzione è correggere le pendenze della strada, afferma l'interessata. Una soluzione di facile esecuzione, eppure Maria Gabriella Sassano la sollecita da anni senza alcun riscontro. (d.r.)