Sì al referendum in cambio di garanzie da Renzi
Oggi vertice a Roma di Rossi con i parlamentari di maggioranza. Panizza: «Appoggio condizionato»
TRENTO. Vertice romano questa sera, voluto dal governatore Ugo Rossi, con i parlamentari del centrosinistra autonomista: al tavolo siederanno Giorgio Tonini e Michele Nicoletti per il Pd, Lorenzo Dellai (presidente della Commissione dei 12) e Vittorio Fravezzi per l’Upt, Franco Panizza e Mauro Ottobre per il Patt.
All’ordine del giorno la riforma costituzionale, il referendum di ottobre e il cammino delle norme di attuazione sulle competenze che Trento (e Bolzano) attendono: dagli uffici giudiziari alla caccia, dall’urbanistica al commercio, dall’Agenzia delle entrate agli appalti.
Sul referendum si giocano le sorti non solo delle riforme costituzionali ma anche del governo Renzi, dal momento che è stato lo stesso presidente del consiglio ad attribuire a questo passaggio il significato di un voto di fiducia su se stesso. Una condizione che non sfugge al governatore trentino, il quale punta a sfruttare politicamente l’occasione per portare a casa alcune norme in cambio di un convinto sostegno della maggioranza provinciale al referendum.
«L’autonomia si difende e si valorizza con norme giuridiche, con coesione politica sul territorio e con la capacità di accordo politico con il livello nazionale in sintonia con le riforme che Renzi sta provando a fare. Tutti dobbiamo lavorare assieme su questi tre fronti», spiega il presidente. Chi traduce il ragionamento in termini più pragmatici è il senatore e segretario del Patt Franco Panizza: «Quella che si apre è una partita fondamentale per il futuro assetto delle nostre istituzioni e nel percorso da qui al referendum dovremo spiegare ai trentini le ragioni per dire sì alla riforma. Gli impegni politici sono importanti - prosegue Panizza - ma sono le leggi che restano e quindi come abbiamo fatto a suo tempo con un appoggio condizionato a Bersani, lo stesso credo che dovremo fare oggi con Renzi, chiedendogli un impegno nero su bianco a portare a termine alcune norme di attuazione che significano competenze per le nostre due Province. Personalmente penso che da qui al referendum il premier dovrebbe venire a Trento e Bolzano per darci precise garanzie».
Un do ut des che non piace al senatore Vittorio Fravezzi: «Le norme di attuazione fanno parte di un’intesa che sta procedendo a prescindere dal referendum costituzionale, non mi pare molto sensato metterla su un piano di scambio».
L’incontro di oggi con i parlamentari di maggioranza rientra nel percorso di rilancio che il centrosinistra autonomista ha avviato dopo le settimane ad alta tensione seguite al caso Baratter e alla notizia dell’indagine sull’appalto Telemedika che vede coinvolto il cognato del governatore. Sul referendum costituzionale Rossi aveva chiesto alla maggioranza un sostegno convinto, anche se nella coalizione ci sono forze che si sono smarcate (i Verdi) ed esponenti che non hanno nascosto le perplessità (vedi Bruno Dorigatti) e di certo non faranno campagna pancia a terra per il sì.
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