Ruba alla zia gioielli per 20 mila euro
Diciassettenne smascherato dai carabinieri di Borgo: aveva usato i soldi per comprarsi abiti e far festa con gli amici
TRENTO. Vendendo i gioielli della cara zia, si era rifatto il guardaroba ed era andato a fare bisboccia con gli amici. Quando lo hanno messo alle strette non ha tradito alcuna emozione, anzi ha ammesso con un fare che ai carabinieri è parso sprezzante di essere stato lui a prelevare dalla cassaforte i preziosi, per un valore di 20 mila euro. Lui, 17 anni, con la complicità di un compagno di classe di 16. Nessun pentimento, nessun imbarazzo. Tanto che il minorenne ha anche rifiutato di dire dove erano finiti quei gioielli, che la zia riteneva più che al sicuro, lasciandoli sotto chiave in cassaforte, quando si assentava per i suoi adorati viaggi.
Come poteva pensare che proprio il giovane nipote, così affezionato, avrebbe potuto approfittare della sua fiducia. Eppure la donna, non ancora sulla sessantina, residente nella zona di Pergine, si era accorta che qualcosa non andava per il verso giusto. Di volta in volta, al ritorno dalle vacanze, scopriva che mancava sempre qualche pezzo diverso: prima gli orecchini, poi la collana, e ancora il braccialetto... Ma non c’erano tracce di effrazione, né sulle porte, né sulle finestre, né tanto meno sulla cassaforte. Tanto che inizialmente aveva pensato di avere le traveggole, di avere magari nascosto altrove i valori.
Gli episodi però si erano ripetuti in almeno tre o quattro occasioni: stesso sistema, stessi ammanchi, stesso senso di disorientamento per la mancanza di tracce. Con le chiavi che erano sempre al loro posto, nascoste nel ghiaino di un vaso del salotto. C’era da uscire pazzi! Ma all’ennesima sparizione la signora si è arresa all’evidenza: visto che lei matta non era, qualcuno doveva essersi preso gioco di lei e forse si era pure divertito nel vederla beffata. Ma non c’era altra strada che rivolgersi ai carabinieri e presentare denuncia contro ignoti per furto.
Sono stati gli investigatori della aliquota operativa di Borgo Valsugana a risolvere il mistero. La derubata non aveva nascosto ad alcuni familiari stretti di avere una cassaforte, né il posto dove custodiva la chiave: le indagini, data l’assenza di tracce di effrazione, si sono quindi subito orientate sulla cerchia dei parenti.
Anche in questa occasione la tecnologia ha dato una mano: la cella telefonica agganciata dal cellulare del nipote ha confermato la sua presenza nell’appartamento della zia in occasione delle sue assenze. E messo di fronte a prove evidenti lui ha infine ceduto: i gioielli li aveva presi lui, assieme all’amico. Per togliersi qualche sfizio e brindare nei locali, alla salute della cara zia. Entrambi sono stati denunciati al tribunale dei minori, ma dei gioielli non v’è traccia: il giovane si è limitato a dire di averli venduti per strada.