Rovereto, Marangoni: da agosto via 120 lavoratori
L’ad De Alessandri all’incontro con sindacato e Provincia: non ci sono alternative né possibiltà di ammortizzatori sociali
ROVERETO. Il giorno della verità, Marangoni gioca a carte scoperte. Ma non lascia speranza ai suoi dipendenti: gli esuberi saranno 120, 80 in mobilità ad agosto alla fine della cassa integrazione e gli altri 40 nei mesi successivi. Una doccia fredda che non contempla alternative: secondo l’azienda non sono percorribili né la strada dei contratti di solidarietà né il rinnovo della cassa straordinaria e nemmeno di quella ordinaria.
L’incontro di ieri a Trento alla sede di Confindustria ha sancito la via scelta dall’azienda: «La sorte dei nostri dipendenti ci sta molto a cuore, in particolare dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento di Rovereto - scrive Marangoni in un comunicato - . D'altra parte, qui è nata la storia stessa del Gruppo. Qui abbiamo mosso i primi passi per poi svilupparci internazionalmente. A questa comunità abbiamo sempre guardato con attenzione, lo stesso sentimento che ci anima anche in questa difficile fase storica».
All’incontro c’era l’ad del gruppo Massimo De Alessandri e il suo staff, i rappresentanti sindacali di Cgil (Mario Cerutti), Cisl (Eugenio Boso), Uil (Osvaldo Angiolini) e Cobas (Antonio Mura), i rappresentanti della Provincia e della Confindustria. Nella riunione l'azienda ha ribadito come negli ultimi tempi «la crisi derivante dalla concorrenza cinese si sia fortemente acuita, cambiando completamente gli scenari, che inevitabilmente impongono ora un ridimensionamento degli assetti produttivi e organizzativi aziendali. Tutto questo comporta inevitabili, anche se dolorose, conseguenze sui livelli occupazionali».
Con queste premesse l'azienda prevede in agosto 80 esuberi, a cui si aggiungeranno altri 40 nel corso dei mesi successivi. Dopo aver ribadito l'assenza di alternative a questa soluzione e l'impraticabilità di altre forme di ammortizzatori sociali, già utilizzate con l'anno attuale di cassa integrazione straordinaria che si esaurirà il 23 agosto, l'azienda ha però ribadito con forza: «Stiamo passando al vaglio tutte le possibilità (ad esempio, ricollocamenti in tutto il gruppo, pensionamenti, possibilità esterne all'azienda) per accompagnare quei dipendenti a cui saremo costretti a rinunciare, in un percorso che sia il meno gravoso possibile per le loro famiglie e il loro futuro.
«Conosciamo i nostri dipendenti uno ad uno» conclude il comunicato della Marangoni. «Con loro, e assieme a loro, questa azienda è cresciuta ed è diventata un gruppo di valenza internazionale. Ogni singola persona lasciata a casa equivale per noi a una perdita sofferta».