Rovereto, ladruncolo tunisino si pente e paga la serratura rubata 12 anni fa
Un amico dell'uomo si è presentato a saldare il conto (18 euro) davanti al negoziante incredulo che ha poi voluto rendere pubblica la vicenda
ROVERETO. Un rimorso che lo tormentava da anni. Con il quale non ce la faceva più a convivere. Nel suo passato c’era una macchia da cancellare: quella di un furto di una serratura.
E così per liberarsi del peso dalla Tunisia ha incaricato un amico di andare a saldare quel debito al negozio di ferramenta Piccolroaz in via san Giovanni Bosco, a Rovereto.
Roba da non crederci. Nemmeno Giuseppe Piccolroaz, titolare del negozio (nella foto con il padre), era convinto di aver capito esattamente cosa stesse succedendo quando un giovane nordafricano è entrato nell’antica bottega con 15 euro in mano, il controvalore del bottino del furto messo a segno addirittura dodici anni fa quando si pagava ancora in lire. E al tempo la serratura costava 36.000 lire.
«E’ una storia che voglio raccontare al giornale perché non ne capitano tutti i giorni. Finalmente una storia in positivo che fa da contrappeso a tutte le cose brutte che si leggono sulla stampa o si sentono in televisione. Tanto più che i protagonisti sono extracomunitari dei quali spesso si parla soltanto male»: questa è la premessa dalla quale parte Piccolroaz per raccontare la vicenda. Una vicenda della quale, andando a ritroso con la memoria, lui non si ricordava assolutamente più nulla: il furto della serratura era già andato nel dimenticatoio.
«Pochi giorni fa in negozio si è presentato un giovane tunisino il quale mi dice di venire a nome di un suo amico, un tale H. F. che fino a qualche anno va viveva a Rovereto e poi si era trasferito in Tunisia, suo paese di origine. Il tizio mi dice che ha avuto l’incarico di venire a pagarmi il corrispettivo di una serratura rubatami una dozzina di anni fa. Da parte mia - prosegue Piccolroaz - gli ho fatto presente che non mi ricordavo per niente del furto e che in ogni caso l’avevo già perdonato. Insomma una vicenda chiusa, per me. Ma non per lui. Sai, mi dice, in Tunisia il mio amico vive male pensando al furto, ha un peso sulla coscienza che si vuole togliere. Vuole sdebitarsi per quel gesto del quale si pente ancora».
Piccolroaz ringrazia e dice di lasciare perdere, che per lui l’episodio era già chiuso. Punto e basta. Ma, vista l’insistenza, va a controllare quanto costava la serratura rubata: dodici anni fa 36.000 lire, adesso su per giù 18 euro. «Io non volevo nemmeno un centesimo, poi a furia di insistere mi ha lasciato 15 euro che ho preso soltanto perché rifiutare mi sembrava di offenderlo. E se questo è servito perché si riconcigliasse con se stesso non può che farmi piacere...» conclude Giuseppe Piccolroaz.
«Eh già - aggiunge il padre Carlo - quando hai un’attività come un negozio incontri tanta gente e talvolta accadono storie strane. Io ormai sono anziano e nella vita ne ho viste davvero tante, ma un caso così non mi era ancora capitato...»