a borgo sacco

Rovereto, barista fa fuggire i ladri di slot machine

Si erano preparati il carrettino per portarle via. I due con il volto coperto hanno visto l’auto arrivare e sono scappati


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. «Basta, som stufa agra (per dirla alla trentina ndr). E’ la quarta volta che vengono i ladri nel mio bar. Non ne posso più. Faccio togliere le slot machine e così spero che questa storia finisca». Giuseppina Bruseghini, titolare del bar Sport in piazza Filzi a Sacco, ha un diavolo per capello. E’ ancora sconvolta per la nottata insonne con i ladri che hanno fatto visita al suo bar e se li è visti fuggire sotto gli occhi, ma è ancora di più arrabbiata perché ormai «non mi sento più sicura».

Un colpo sventato all’ultimo momento con i ladri messi in fuga dopo aver pianificato tutto nei dettagli: dall’allarme manomesso fino al carrettino preparato (e abbandonato) sulla porta per poter caricare le slot machine. Dei malviventi (con il volto coperto) restano solo le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza. «Alle 1.53 mi è arrivata la chiamata sul telefonino che era scattato il sistema di allarme. Con mia figlia - racconta la donna - mi sono precipitata al bar. Quando stavo arrivando i ladri hanno sentito il rumore della macchina ed hanno visto i fari.

A quel punto sono usciti di corsa, come un fulmine: li abbiamo visti benissimo, erano in due, alti, con il volto coperto e agili. Devono essere stati giovani perché con un balzo hanno scavalcato il carrettino che si erano messi davanti alla porta per portare via le slot machine e poi sono fuggiti in direzione della pista ciclabile. Io sono rimasta impietrita, incapace di muovermi: ho suonato il clacson e mi sono messa ad urlare».

Il rumore ha svegliato chi dormiva sopra il bar, che fino a quel momento non si era accorto di nulla. «Abbiamo il sistema di allarme che i ladri evidentemente sono riusciti a neutralizzare visto che la sirena non è suonata » spiega Giuseppina, per tutti Pina. I ladri dopo aver forzato la porta ed essere entrati nel bar si sono messi subito alla ricerca di denaro in contanti: hanno aperto il cassetto della cassa e l’hanno svuotato delle monete (trovate poi in parte per terra), quindi sono passati in rassegna dei frigoriferi, dei cassetti e quindi hanno puntato dritto alle due slot machine: soltanto una sono riusciti a forzare forse perché l’arrivo della proprietaria del bar ha mandato in fumo il loro piano.

«C’è un’altra cosa che mi inquieta: come facevano a sapere dove si trovava il sistema per staccare la corrente elettrica? No, qui non siamo più sicuri visto che è la quarta volta che mi prendono di mira. Speriamo che si riescano a vedere le immagini dell’impianto di sicurezza per identificare i ladri. Certo che - conclude la donna - se non mi è venuto un infarto l’altra notte con i ladri davanti....»













Scuola & Ricerca

In primo piano