Risto3, scontro sull’integrativo «Restano i permessi retribuiti»
Trento. Fioccano le versioni sul taglio dell’integrativo ai lavoratori della risto3. filcams cgil e uiltucs hanno denunciato il recesso unilaterale da parte della cooperativa leader delle mense in...
Trento. Fioccano le versioni sul taglio dell’integrativo ai lavoratori della risto3. filcams cgil e uiltucs hanno denunciato il recesso unilaterale da parte della cooperativa leader delle mense in trentino a partire dal prossimo primo gennaio, e hanno chiesto subito un incontro definendo irresponsabile la decisione.
Ieri la Risto3 ha replicato con una lunga nota precisando che sono state riconfermate 72 ore di permesso retribuito al personale scolastico. «l'accordo integrativo in scadenza 31.12.19 (sottoscritto dalla sola cisl mentre cgil e uil, seppur presenti al tavolo, hanno ritenuto di non sottoscriverlo) - dice l'azienda - sarà ratificato in alcune condizioni che sono state presentate ai soci nell'ultima assemblea del 22 novembre. la volontà di garantire la sottoscrizione di un nuovo accordo, non obbligatorio per le aziende, è per risto 3 una priorità a tutela e beneficio dei propri lavoratori». «nonostante le modifiche apportate al contratto nazionale del settore - si legge - risto 3 da sempre dà valore ai propri collaboratori con delle politiche aziendali specifiche che sono, come di prassi, parte integrante dell'accordo integrativo sindacale. ne sono un esempio la scelta dell'azienda, per il biennio 2018 e 2019, di non applicare a tutti i propri dipendenti parte delle condizioni peggiorative introdotte a livello nazionale: in particolare riconoscendo 72 ore di permessi retribuiti al personale scolastico già in forza, non previste all'interno del contratto di lavoro e l'applicazione di agevolazioni sul pasto giornaliero».
Ma lo scontro è anche tra sindacati. ieri la fisascat cisl, il sindacato più rappresentativo nella risto3, ha dichiarato che «esistono buone relazioni sindacali e i risultati della contrattazione sono ampiamente positivi». «quello disdetto è solo uno degli accordi in essere, è stato sottoscritto lo scorso anno dalla sola fisascat e “rifiutato”, nonostante la partecipazione alla trattativa, da chi ora ne rivendica l’applicazione. la disdetta si può considerare “tecnica” in quanto le parti avevano previsto la possibilità a fine anno di reincontrarsi per valutarne l’applicazione, i costi e gli eventuali aggiustamenti». «l’accordo, che prevede un aumento significativo dei permessi retribuiti, un buono pasto a totale carico aziendale, riconoscimento di scatti di anzianità - scrivono lamberto avanzo, carlo monte e gabriele goller - è indubbiamente migliorativo del contratto nazionale sottoscritto dalle stesse categorie di settore di cgil, cisl e uil chiamate al tavolo da risto3». «la fisascat ha chiesto l’apertura della discussione nei prossimi giorni conscia che vada integrato il pacchetto di benefici per i lavoratori, che prevede integrazioni sulla quota di welfare aziendale, dall’assistenza sanitaria alla previdenza complementare, dall’integrazione di malattia ai contributi per figli a carico. senza dimenticare che risto3 applica integralmente l’accordo territoriale che altre aziende del settore, di provenienza extra provinciale, si rifiutano di riconoscere».