Riqualificazione energetica per 65 mila condomini
TRENTO. Si amplia fino a 65 mila condomini, dai precedenti 15 mila, la platea degli immobili che in Trentino potranno giovare degli incentivi provinciali in favore della riqualificazione energetica,...
TRENTO. Si amplia fino a 65 mila condomini, dai precedenti 15 mila, la platea degli immobili che in Trentino potranno giovare degli incentivi provinciali in favore della riqualificazione energetica, soprattutto attraverso il rifacimento di isolamenti, cappotti e impianti termici. È quanto prevede la delibera approvata il 7 febbraio dalla giunta provinciale che riformula i criteri di assegnazione degli incentivi introdotti nel 2016. L’assessore all’ambiente Mario Tonina ha sottolineato il valore dell'iniziativa anche nell’ottica di rilancio economico: «La Provincia crede negli investimenti in sostenibilità, per incrementare il valore degli edifici e per rilanciare l'economia che ha visto nell'edilizia elementi particolari di difficoltà».
I numeri
La dirigente dell’Aprie (Agenzia provinciale risorse idriche ed energetiche) Laura Boschini ha illustrato i risultati finora ottenuti: «Dal 2016 si sono registrati 30 milioni di euro spesi in lavori di ristrutturazione, di cui 21 milioni con mutuo, a fronte di 5 milioni di incentivi pubblici». Boschini ha sottolineato come esista ancora un ingente patrimonio edilizio da riqualificare: «Stimiamo che ci siano ancora 3,5 miliardi di euro in lavori da compiere». L'ingegnera provinciale Sara Verones è entrata nel dettaglio: «Abbiamo contato 1.131 domande di intervento su una platea di 15 mila condomini interessati dalla norma. Ma con la riformulazione gli incentivi si ampliano fino a coprire 65 mila condomini». La delibera prevede che possano beneficiare dei contributi tutti gli edifici precedenti al 1993 che il codice civile individua come condomini; dunque bastano due unità immobiliari con uno spazio comune. La possibilità di accedere ai contributi varrà anche per gli appartamenti ex-Itea acquistati dai privati e ai condomini con meno di 8 unità immobiliari che per legge possono non avere un amministratore.
Gli interventi incentivati
La norma prevede un contributo del 90 per cento fino a 8.800 euro per gli interventi di diagnosi energetica; del 90 per cento fino a 40 mila euro per spese tecniche e di assistenza; del 90 per cento fino a 100 mila euro per recupero interessi sul mutuo. Inoltre si cumula con le detrazioni fiscali nazionali che coprono dal 65 al 75 per cento delle spese per i lavori fino a 40 mila euro. Tutto ciò a patto che si riduca il consumo energetico di almeno il 30 per cento: non basta insomma sostituire la caldaia. «Ci sono delle rigidità da parte dei clienti perché le spese iniziali spaventano ancora - ha spiegato Andrea Basso di Assoedili - ma questa delibera permette di affrontare le spese con la sicurezza del rimborso fino al 90 per cento».
Convinta è anche la partecipazione all'iniziativa da parte delle banche che erano presenti alla conferenza stampa di presentazione con i rappresentanti di Volksbank e Cassa centrale banca.