Riforma scolastica: il Tar respinge il ricorso di 140 docenti trentini
Per i giudici la Provincia non ha violato le proprie competenze
TRENTO. Il Tar di Trento ha respinto la richiesta di sospensiva della riforma della scuola e della soppressione degli istituti professionali avanzata da 140 docenti. Per il presidente della camera di consiglio, Francesco Mariuzzo, non sussistono i vizi di incompetenza e violazione della legge da parte della Provincia. Soddisfatta l’assessore Dalmaso, delusi gli insegnanti ricorrenti.
La Provincia di Trento aveva la competenza per cancellare gli istituti professionali. Questa, in estrema sintesi, la motivazione con la quale il Tar di Trento ha respinto, ieri, la richiesta di 140 docenti dell’Ipc Battisti di Trento e del Don Milani di Rovereto di sospensiva della riforma della scuola a causa della soppressione degli istituti professionali.
Nove pagine nelle quali emerge che la Provincia non ha violato la legge in quanto ha il compito «di istituire scuole in base a piani che possono comprendere anche la soppressione e la trasformazione di istituti esistenti». Inoltre, lo ha fatto in modo corretto poiché «non paiono sussistere i denunciati vizi di incompetenza assoluta e di violazione di legge» visto che la Provincia ha competenza in materia di programmazione scolastica.
Secondo il presidente, Francesco Mariuzzo, non sussiste nemmeno la «disparità di trattamento» denunciata dai ricorrenti, poiché «la Provincia, attraverso intese con il Ministero dell’istruzione, può realizzare corsi annuali che si concludono con l’esame di stato per gli studenti che hanno conseguito il diploma di formazione professionale». Insomma, l’accesso alla maturità è garantito anche senza gli istituti professionali. Non solo, l’attività di promozione dell’offerta formativa è garantita «dal termine delle iscrizioni il 26 marzo» e non pare sussistere la «gravità dedotta dagli insegnanti ricorrenti sulla possibile soppressione di cattedre».
Ora si attende l’espressione nel merito, anche se difficilmente il Tar ribalterà la linea assunta con la sentenza di ieri. Resta in ballo, comunque, un altro ricorso straordinario, presentato questa volta anche da genitori, al Presidente della Repubblica.
Intanto, l’assessore Marta Dalmaso ha commentato così la sentenza: «Ho ripetuto più volte che ci sentivamo di aver fatto tutto in modo approfondito e con estrema serietà e che la scelta di non attivare l’istruzione professionale era stata presa a ragion veduta. Per questi motivi sono sempre stata tranquilla e fiduciosa in merito al ricorso al Tar e credo che questa sentenza confermi il nostro modo di agire corretto. Le ragioni degli altri ricorsi sono le stesse e quindi ci auguriamo che anche l’esito possa essere il medesimo».
La sentenza, firmata anche dal giudice di nomina provinciale Alma Chiettini, farà comunque discutere. I docenti ricorrenti si dicono «delusi» per una sentenza «di parte». Non perdono comunque la speranza, come conferma l’avvocato Mario Dapor. «I giochi non sono ancora chiusi. Al momento aspettiamo le motivazioni della sentenza e vogliamo capire se il Tar metterà in calendario una data per discutere il ricorso nel merito. Se lo farà, valuteremo se chiedere di anticipare la data per somma urgenza, visto che il 26 marzo scadono le iscrizioni alle superiori. In ogni caso, mi riunirò con i ricorrenti ed assieme vedremo se andare avanti, appellandoci al Consiglio di Stato».