Referendum, il Pdl non si tira indietro
«Le Comunità sono carrozzoni inutili: abroghiamole senza se e senza ma»
TRENTO. Referendum, il Pdl c'è. A fianco della Lega Nord «senza se e senza ma», come afferma il coordinatore provinciale Giorgio Leonardi. E se il Carroccio contro le Comunità di valle si sta spendendo in maniera capillare, con gazebo, incontri e comunicati stampa uno via l'altro, gli "azzurri" non si tirano indietro. E se anche il quorum non sarà raggiunto, spiega il co-coordinatore regionale Walter Viola, il tema non andrà abbandonato, «perché stride con un quadro nazionale in cui gli enti intermedi vengono tagliati in nome della sobrietà delle istituzioni».
Con il suo vice Raimondo Frau, Leonardi sta "battendo" a tappeto il territorio: 3-4 serate alla settimana per incontrare iscritti e simpatizzanti, dalla val di Ledro al Primiero, dove sarà domani. In autonomia, senza sovrapporsi alle iniziative della Lega: partiti diversi, stili diversi. Ma ci tiene, il coordinatore provinciale del Pdl, a rivendicare una sorta di primogenitura sulla contrarietà alle Comunità di valle: «In tanti dimenticano che nel 2006, in consiglio provinciale, gli unici voti contrari alla legge che le istituiva venne dai nostri Delladio e De Eccher, allora di Forza Italia e An, mentre la Lega si astenne». Il che nulla toglie al valore politico dell'iniziativa di Fugatti e soci, che anzi Leonardi sposa in pieno. Pur con qualche timore sull'esito finale: «Non sarà facile raggiungere il quorum - afferma - non è un bel periodo per la politica, anche i trentini sono un po' stanchi. Ma le persone con cui in questi giorni ho parlato sono motivate, propositive: forse il miracolo si può fare».
Molto dipenderà dalle decisioni dell'ultimo momento: per molti la possibilità di una vacanza "mordi e fuggi" tra 25 aprile e 1º maggio peserà sulla propensione al voto, favorevole o meno che sia alle Comunità. «D'altra parte il fatto che Dellai abbia scelto proprio la data di domenica 29 aprile, dimostra che ha paura del referendum - sostiene Leonardi - il pericolo dell'astensione comunque c'è, inutile negarlo: il partito del non voto si ingrossa ogni giorno di più. Una riprova a livello nazionale arriverà dalle amministrative del 6 e 7 maggio». Ma la speranza di farcela in casa Pdl c'è, supportata dai numeri dell'ultimo congresso provinciale: «Allora votò oltre il 70% dei nostri 2.500 iscritti: un dato estremamente positivo, che speriamo si ripeta».
Walter Viola rincara la dose: «La nosra posizione è chiara e l'abbiamo sempre espressa, in tutte le sedi: se oggi, come leggo sul Trentino, anche il presidente del Consiglio delle autonomie Marino Simoni esprime perplessità sul funzionento delle Comunità, è evidente che, a prescindere dall'esito del voto, la giunta dovrebbe procedere a una revisione complessiva della questione». Forse, ragiona Viola, il referendum avrebbe avuto maggiore possibilità di riuscita se fosse stato proposto da un comitato "laico" piuttosto che da un singolo partito. E la data certo non favorisce la partecipazione degli elettori. Per non parlare della crisi economica, che ridisegna per chiunque l'ordine delle priorità. E sicuramente non aiuterà il possibile disinteresse degli elettori del capoluogo (dove la Comunità non c'è), dunque di un buon quinto dei votanti.
«Ma questa occasione c'è e va sfruttata», afferma il co-coordinatore regionale del Pdl, che sottolinea come un referendum sulle Comunità in realtà ci sia già stato: «Nell'ottobre 2010, alle elezioni dei loro organi, andò alle urne appena il 44%. E in alcune zone, come l'Alto Garda e la Vallagarina, appena un elettore su 4: in una terra come la nostra, che da sempre fa segnare grandi percentuali di partecipazione, sono dati che fanno pensare. Fermo restando, conclude, che gli amministratori delle Comunità il loro mestiere lo fanno fino in fondo, e bene: «Ma questa non è una battaglia politica contro una maggioranza: il fatto è che, per come sono state istituite, le Comunità sono carrozzoni inutili che fanno acqua da tutte le parti».